Faenza Sacco: 'Per piacere alla gente bisogna puntare in alto'
Notizia pubblicata il 19 aprile 2009
Categoria notizia : Eventi
«LA RISPOSTA di pubblico è straordinaria, ancora più dell’anno scorso». Pier Luigi Sacco, uno dei tre curatori del Festival dell’arte contemporanea di Faenza, si gode il trionfo: siamo alla terza e ultima giornata, e tutti gli incontri in programma (decine, sparsi per tutta la città) continuano a registrare presenze più che numerose.
Vuole fare già un primo bilancio di questa seconda edizione?
«Il risultato è al di sopra delle aspettative, considerato anche il programma impegnativo. Quest’anno, poi, abbiamo scelto un tema molto specifico: quello delle biennali, che a mio avviso sono un momento fondamentale per la promozione dell’arte contemporanea. Il pubblico sta apprezzando la scelta. Ormai, purtroppo, ci si è abituati all’idea che per piacere alla gente bisogna puntare in basso. Quello che sta accadendo qui dimostra il contrario».
Un fatto ancora più sorprendente, se si pensa che lo scenario è un piccolo centro come Faenza.
«E’ piccolo solo chi si sente tale. Con grandi progetti e le capacità per realizzarli, qualsiasi luogo può diventare il centro del mondo».
Al Festival si ragiona di arte senza che sia esposta neanche un’opera...
«Per vivere l’arte bisogna capirla, e per capirla bisogna discuterne: per molti, questa è l’occasione giusta. Il Festival non si contrappone agli appuntamenti in cui l’arte è mostrata, ma è complementare. Chi partecipa a questo appuntamento sarà invogliato a visitare mostre e biennali, perché avrà acquisito gli strumenti per capirle meglio».
Al giro di boa, quali sono le prospettive per la prossima edizione del Festival?
«Inizieremo a pensarci da domani. Servirà un’attenta riflessione sul progetto, per trovare idee ancora più innovative. Non ci interessa riproporre all’infinito una formula già sperimentata solo perché ha funzionato. Vogliamo continuare a crescere».
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