Neri Marcorè al Festival Adriatico Mediterraneo
Notizia pubblicata il 05 settembre 2007
Categoria notizia : Musica
Le storie del «mare nostrum» vanno in scena nella piazza-simbolo di Ancona. A raccontarle è Neri Marcorè, il popolare attore marchigiano chiamato dal festival « Adriatico/Mediterraneo» per dare voce alle invenzioni poetiche di Sergio Anselmi, l'indimenticato storico e intellettuale senigalliese la cui ricerca si concentrò sulla regione adriatica, spaziando dal Medioevo sino ai nostri giorni.
«Il mare, sinonimo di democrazia». Neri Marcorè sarà protagonista di alcune letture di poesie di Anselmi
«Mare oltre - Storie di Adriatico», spettacolo in esclusiva per la rassegna, è una lettura scenica che venerdì (ore 21.30) in piazza del Papa vedrà Marcorè esibirsi insieme alle attrici Anghela Alò, Isabella Carloni, Rosetta Martellini, e ai musicisti Giovanni Seneca (chitarra), Michele Scipioni (clarinetti), ed Eolo Taffi (contrabbasso). La regia dello spettacolo, una produzione del Teatro Stabile delle Marche e di A.M. Associazione Adriatico/Mediterraneo, è di Luigi Moretti, i costumi di Stefania Cempini e le musiche dello stesso Seneca. I testi sono tratti da «Storie di Adriatico» e «Ultime storie di Adriatico» di Anselmi: sono racconti brevi, leggeri e velati di malinconia che evocano raffinate suggestioni attraverso vicende d'amore e di mare, di desiderio e di speranza, e che ci parlano del senso della vita e del destino degli uomini, del loro «non memorabile trascorrere sulla terra».
Marcorè, conosceva già il lavoro di Sergio Anselmi?
«No, per me è stata una scoperta. Quando mi hanno proposto di interpretare questi racconti comunque ho accettato subito. E leggendoli ho capito di aver fatto bene. Presterò la mia voce ai protagonisti dei tre racconti Armando Rabighini detto il Kurtèll alias Ariacruda, Olga, o della perfezione e Le tre sorelle cattarine. Sono uomini di mare: il marinaio Armando Rabighini e i capitani Ciriaco Castellani e Basilio Kostich, sul cui cammino si incrociano le vite di Ninnarella e Giurgiza, Olga, Anastasia, Martina e Jovanka».
Il mare come elemento di unione tra i popoli.
Che ne pensa?
«E' un'impostazione che condivido. Il mare è da sempre sinonimo di libertà, di apertura verso altri paesi e altre genti, ma anche di democrazia. In mare e sulle navi, infatti, gli uomini sono tutti uguali. E' un elemento simbolicamente importante».
Dopo di lei si esibirà Dario Fo...
«Beh, il solo fatto di stare nello stesso cartellone con lui è già un grande onore e motivo di orgoglio. Non l'ho mai conosciuto personalmente, e non posso dire che mi abbia influenzato direttamente, ma è comunque uno di quei personaggi da cui inevitabilmente, e forse in modo inconsapevole, si prende qualcosa. Come tutti i grandi artisti».
Fo è stato a lungo censurato dalla Rai, per una famosa edizione di «Canzonissima». Ma sembra che anche oggi siano tempi duri per la satira.
Che ne pensa?
«Si dice spesso che la satira è in crisi. Il periodo attuale non è certo felicissimo. Io a dire la verità non ho mai subito censure, e insieme a Serena Dandini nella trasmissione Parla con me di satira ne ho fatta abbastanza. Sta di fatto che personaggi come Beppe Grillo, Daniele Luttazzi e Corrado Guzzanti in televisione non li vediamo. Ma la satira non muore mai, tuttalpiù cerca canali espressivi diversi».
Come internet, e il fenomeno Youtube?
«Anche quella è una possibilità, anche se il problema di internet è che è un mondo infinito, in cui non si finisce mai di cercare. Io navigo spesso, ma cerco di non farmi schiavizzare troppo».
Tornerà in tv?
«Tra un mese riprenderà Per un pugno di libri. Per il resto mi dedicherò al teatro, con uno spettacolo in cui interpreto canzoni e monologhi di Giorgio Gaber. Credo che farò qualcosa anche al cinema, ma ancora non c'è niente di definito. Insomma, sarà un anno molto intenso».
Foto Neri Marcorè