SI RIPROPONE IL RITO DELLA FUGARENA PRIMAVERILE CON MUSICA E POESIE
Notizia pubblicata il 24 febbraio 2009
Categoria notizia : Sagre Feste
Tutta la piana è una focarina/ Ogni focarina ha il suo girotondo/ Che fa allegrezza all’aria marzolina/ Che rinnova il mondo, scriveva Aldo Spallicci
Si riferiva al rito delle nostre campagne che, negli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre di marzo, celebravano il rito delle focarine, ossia i fuochi che venivano accesi per bruciare gli scarti delle potature e altre sterpaglie, giorni considerati sacri, tanto che era proibito potare le piante, pena cattivi raccolti.
Per il terzo anno consecutivo, il Comune di Forlì, le circoscrizioni, i comitati di quartiere e l’associazione culturale ‘E sdaz’ hanno dato il via alla tradizione dei fuochi che sono una riscoperta della nostra storia e della nostra identità.
Saranno 10 appuntamenti all’insegna dell’aggregazione e dell’allegria con canti, musiche, racconti di tradizioni del passato, poesie e, in conclusione, assaggi di ciambella, vin brulè e, talora, anche polenta e salsiccia.
Tutti attorno al fuoco, dunque, nei vari quartieri cittadini che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. Questo il programma di ‘Al fugarén- Fê’ lóm a Mêrz’, la cui accensione avverrà quasi per tutte le serate alle 20.30 e conterà sulla presenza degli assessori Gabriele Zelli, Liviana Zanetti, dei presidenti delle circoscrizioni e dei coordinatori dei comitati di quartiere: il 26 febbraio il falò sarà acceso a Villanova con l’allegria del Gruppo Alpini; il 27 febbraio sarà la volta di Barisano; il 28 febbraio gli appuntamenti saranno tre: alle ore 17.30 nei pressi della chiesa S.S. Trinità, alle 20.30 a Villagrappa e alla chiesa della Pianta coi canti dei Pasqualotti; il 1° marzo vedrà accendersi i fuochi alle ore 17 nel parco di via Piave e alle 20 a Ladino; il 2 marzo nell’area della chiesa di San Benedetto in via Gorizia; il 4 marzo a Carpena col coro degli anziani diretto da Marcello Ravaioli; il 7 marzo a San Martino di Villafranca coi Pasqualotti. Ma non è finita qui. La tradizione voleva i falò anche il 4 febbraio e il 21 marzo. In quest’ultima serata si accenderanno i fuochi a Pieveacquedotto, San Giorgio e Pievequinta.
Fra falò, filastrocche in dialetto, canti e vin brulè (tutto gratuito) si darà l’addio all’inverno: un rito, più che una festa, precisano i sacerdoti, essendo il periodo di Quaresima.
Un tempo le focarine di marzo segnavano anche l’inizio del camminare scalzi. Tradizione, questa, definitivamente perduta!
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