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Ferrara Stagione di Danza. Tre coreografi contemporanei illuminano il passato Con Junior Balletto di Toscana

Notizia pubblicata il 05 febbraio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


GUARDANDO lo spettacolo di danza di martedì scorso, che ha visto quali protagonisti la Compagnia Junior Balletto di Toscana, composta di 18 danzatori ‘under 20’, è diventato lampante cosa significa rivedere coreografie ormai appartenenti alla più aurea tradizione — com’è il caso dei tre brani previsti dal programma, Jeux, Le spectre de la rose e La sagra della primavera — per opera e occhio acuto di tre autori italiani contemporanei: Eugenio Scigliano, Fabrizio Monteverde e Cristina Rizzo.

Forse la lingua che meglio rende il tentativo di rileggere un’opera alla luce della modernità è il francese, dove ‘aggiornato’ si dice mis à jour, e ‘jour’ si può in effetti anche intendere poeticamente come ‘luce’: la contemporaneità dunque rivede ciò che è sedimentato nella storia di una determinata cultura quando vi proietta una luce propria, mantenendone l’essenza. E’ quello che si poteva assaporare vedendo i giovanissimi ballerini della compagnia alternarsi fra protagonismo e coro d’insieme con pari intensità.

Se Le spectre de la rose apparentemente sembra mantenere in modo più ferreo il legame con la danza classica, sono parsi non pochi gli spunti ironici, che hanno conferito allegra giocosità, più che sommesso erotismo, a questo brano che intende rappresentare i sogni amorosi di un’adolescente. Jeux invece ben interpreta gli impulsi di un universo giovanile credibilissimo, dove schermaglie amorose e geometrie di seduzioni e esclusioni sono ritmati da movimenti bruschi e violenti, mossi però da un potente fluido vitale.

La rivisitazione più originale è però parsa quella de La sagra della primavera, che in un certo senso fa tabula rasa con il passato, se non fosse per l’immutata forza dirompente della musica di Stravinskij, niente affatto fissata nella tradizione ma ancora capace di serpeggiare in modo inquietante al nostro orecchio di contemporanei. Quattordici danzatori vestiti di scuro acuisiscono chiarezza grazie al respiro corale che ne fa un unico corpo, senza che ciò significhi la perdita della più spiccata individualità di ciascuno. Diventano un unico polmone con tanti occhi, in un disegno d’insieme che proprio perché non freddamente perfetto respira della più toccante umanità.

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