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La splendida voce di Nina Stemme esaltata da Abbado e Mahler inusuali

Notizia pubblicata il 07 aprile 2009



Categoria notizia : Musica


Alle 21, nell’atrio Bassani del liceo Ariosto, sesto e ultimo incontro della rassegna ‘Leggere l’Eneide’ condotta da Claudio Cazzola.

DECISAMENTE classico e insieme inusuale il programma presentato da Claudio Abbado, chiamato domenica scorsa a dirigere la Mahler Chamber Orchestra per un concerto fuori abbonamento di Ferrara Musica. Una dedica quasi totale a Ludwig van Beethoven, ma alla nota Quinta Sinfonia — che comunque ogni volta svela abissi di profondità e levità inespressi — sono stati accostati l’ouverture Leonore n. 3, seguita dal recitativo e aria di Leonore dal Fidelio ‘Komm, Hoffnung, lass den letzten Stern’.

Se è vero che fu lo stesso Beethoven a dire che è il destino a battere alla porta dell’attacco della Quinta (ed è lo splendore della sua musica a far sì che non sia solo l’intenditore a percepirlo, ma che si tratti di un vissuto emotivo che permea ‘fisicamente’ tutta la composizione), sembra di poter dire lo stesso — pur se i colpi vengono sferrati con modalità diverse — degli splendidi ouverture nonché recitativo e aria di Leonore. E anzi, è proprio la perenne attualità di una musica vibrante di sentimento che mai trabocca, a infondere intensità spontanea a un testo che oggi appare espressione di un romanticismo eccessivo. E’ stata la splendida voce del soprano svedese Nina Stemme a esprimere con grande suggestione tutto l’impeto poetico che muove Leonore all’azione, e che in musica si traduce in passaggi vertiginosi da tempi lenti a tempi rapidissimi. Se è sempre di destino che Beethoven ci parla ineffabilmente, lo coglie in tutte le sue fasi: dal presentimento incerto tra timore e slancio energico, al tremore dell’anima più profonda che, più che resistere, tenta di dare forma a un fenomeno travolgente, poiché da subito esula dai confini individuali e si manifesta gravido di temi contraddittori. Più che tragico, il destino che canta nella musica di Beethoven è sempre necessario, e — soprattutto nell’esecuzione della MCO diretta da Abbado — è quasi impossibile sfuggire alle maglie del suo fascino.

Meravigliosi anche i Vier letzte Lieder di Richard Strass, che hanno ‘intervallato’ Beethoven, facendo assaporare un’intensità lirica davvero commovente del compositore, il quale, soprattutto nell’ultimo Lieder, sente l’approssimarsi della fine ma sfuma l’ultima nota in un quieto e rappacificato sospiro contemplativo.

foto by http://www.flickr.com/photos/fourman