Fernando Mariotti, pittore dimenticato ritrova attenzione a Fossombrone
Notizia pubblicata il 01 ottobre 2007
Categoria notizia : Cultura
STUPISCE di non trovare fra i grandi pittori del ‘900 il nome di Fernando Mariotti (Pesaro, 1891 - 1969) : ogni volta -ma sono troppo poche le occasioni -che ne veniamo a contatto ce ne stupiamo di più.
 Purtroppo succede che la conduzione della vita privata si riflette, come malia, anche nella attenzione e nella rilevanza che dovrebbe avere l'opera artistica che da questa vita silenziosa, appartata e solitaria ha avuto l'avvio.
E' forse questo il caso del pittore pesarese Fernando Mariotti al quale la "Casa Museo-Quadreria Cesarini" di Fossombrone dedica in questi giorni una straordinaria mostra intitolata "Ritratti e autoritratti" a cura di Grazia Calegari che ha scritto per l'occasione una splendida e illuminante presentazione in catalogo.
Non capita spesso d'entrare in una mostra ed essere folgorati da un pensiero figurato che ti emoziona, ti conquista coinvolgendoti in un cerchio di sensazioni allarmanti, di interrogativi insoliti che improvvisamente chiedono di essere considerati.
Questa di Fossombrone non é la solita mostra di quadri: é un'esperienza di vita capace d'illuminarsi di una luce soprasensibile.
I ritratti e gli autoritratti di Mariotti non sono solo l'apparenza delle persone che ciascuno può riconoscere con compiacimento o inquietudine nella specularità elaborata dall'artista, ma é una travolgente richiesta di dialogo fra l'artista e il riguardante, per oltrepassare il conflitto tra rappresentazione e presenza e per poter meditare, oltre gli aspetti sensoriali ed estetici, sulla personalità segreta e sconosciuta di un pittore che per anni, nella solitudine del suo studio, attraverso il filtro magico delle sue rare capacità artistiche, ha messo a nudo quella dimensione introspettiva lacerante che gli permette di confrontarsi con la stessa idea di sè.
La forma diventa immagine e l'immagine presentimento di solitudine: Mariotti attento a sè, pur senza narcisismo, elabora e traccia la sua vicenda artistica e dato che la rappresentazione del volto umano é uno di quei luoghi d'elezione della ricerca del vero, i ritratti, m a soprattutto gli autoritratti di Mariotti, costituiscono il delirante e impareggiabile racconto dell'intimo, segreto, tormentato approfondimento sulla propria vita e umana artistica.
Di fronte ai nostri sguardi commossi, il pittore si studia: la timidezza gli impedisce di farlo sugli altri a meno che non siano persone di famiglia: studia le sue reazioni, i gesti, gli sguardi, la mani, gli abiti, le sciarpe, i baschi e i cappelli, trasfigurando la rappresentazione dell'essere individuale in una feroce interiorizzazione che lui stesso possa guardare e analizzare come altro da sè.
FINALMENTE la finzione si confessa, l'interiorità prende vita nell'opera, creando la prova stessa del suo essere artista.
La forma, la forme, le trame, i colori, i segni, gli accostamenti, le tecniche, la materia pittorica sono la splendida stanza scenica in cui Fernando Mariotti, assieme al suo fedele manichino, canta. La bibliografia di Mariotti é ricchissima di studi e di saggi autorevoli, le sue opere figurano nei musei e nelle collezioni più prestigiose, ma Pesaro, la sua città , lo ha sempre ignorato, testardamente, con miopia.