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Per il Comune di Rimini il federalismo fiscale sarà manna dal cielo

Notizia pubblicata il 28 dicembre 2010



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Secondo lo studio del senatore del Pd Marco Stradiotto, che fa riferimento ai dati elaborati da Copaff, la commissione paritetica sul federalismo che opera al ministero del Tesoro, il Comune di Rimini otterrà, grazie al federalismo fiscale, un incremento del gettito locale pari al 74% rispetto ai trasferimenti statali attuali.

Questi svariati milioni di euro entreranno nella casse comunali nel 2014 quando sarà introdotto il federalismo fiscale. Rimini diventerà quindi il quarto capoluogo italiano che incrementerà gli attuali trasferimenti statali. Avranno più benefici soltanto Parma, Olbia e Imperia. Questo significa che su 92 Comuni analizzati dal Copaff, solo 52 riceveranno benefici dalla riforma federalista, mentre 40 saranno gravemente penalizzati e riusciranno a garantire le entrate necessarie per gestire i servizi, soltanto attingendo ad un fondo compensativo.

Che Rimini se la caverà guadagnandoci, lo conferma il vicesindaco Antonio Gamberini che ha dichiarato: “E’ verosimile il computo riguardante Rimini effettuato dalla commissione sul federalismo. Più volte siamo stati criticati in passato per una presunta eccessiva pressione fiscale riguardante ad esempio l’Ici. Abbiamo sempre risposto che tale pressione non riguardava i riminesi, in quanto derivante dalla forte presenza di case di vacanza, e alberghi. Questo studio lo conferma indirettamente. Case, alberghi, tante altre tipologie di immobili e strutture presenti, ci pongono in quella posizione di privilegio in graduatoria nazionale”.

Questo studio è stato realizzato prendendo in considerazione i trasferimenti statali 2010, confrontandoli con il gettito totale delle imposte devolute in base al decreto attuativo sul fisco comunale che include: la tassa di registro e tasse ipotecarie, tra cui Ici su seconde case e strutture produttive, bollo, gettiti di imposta di registro, tributi catastali speciali, imposta ipotecaria, l’Irpef sui redditi fondiari e l’introito che dovrebbe venire dalla cedolare secca sugli affitti.