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Fassino e tremonti al Meeting di Rimini

Notizia pubblicata il 24 agosto 2007



Categoria notizia : Musica


«Abbasseremo le tasse» Ma il Meeting fischia Fassino. Tremonti: «Sarà una Finanziaria lacrime e sangue»

- RIMINI -
UNO DICE, prima di entrare in sala: « Abbasseremo le tasse. Cominciando dall'Ici». L'altro gli replica: « Macché, sarà una finanziaria durissima. E dopo quella che Prodi e i suoi chiamano armonizzazione delle rendite finanziarie ma che in italiano significa tassazione dei bot, vedrete che stavolta ci colpiranno con la stangata sulla casa.

Rimettendo mano al catasto, le spese per i cittadini quadruplicheranno».
Piero Fassino e Giulio Tremonti, faccia a faccia. Due ore serrate al Meeting di Rimini nel tentativo di cercare di fare insieme, centro-destra e centro-sinistra, almeno tre cose per il bene comune, come chiedeva Raffaello Vignali che ha coordinato l'incontro. Alla fine lo stesso Vignali si è detto deluso e ha tirato le orecchie ai due . Voleva un dibattito aperto e civile, invece è finito tutto a fischi (per Fassino) e brusii.

E ALLORA non ci resta che l'alzabandiera, nel senso che ad un certo punto Tremonti ha proposto: «Tutte le mattine a scuole gli studenti dovrebbero cominciare le lezioni con l'alzabandiera. E' un segnale di identità nazionale». Applausi della platea e Fassino ha annuito: è forse questo il grande inciucio?

E' d'accordo il segretario Ds anche sul fare il fretta la riforma elettorale e sul destinare una parte delle tasse, diciamo un altro 5 per mille, all'ambiente. «Perché - spiega Tremonti - non è vero che la gente non vuole pagare le tasse. La gente vuole sapere che fine fanno le tasse».

Fassino si è tuffato alle sette di sera nell'«arena» di Rimini. Quando insieme a Tremonti è entrato nella sala dove quasi 5mila persone lo attendevano sono arrivati i fischi. «Ci risiamo» avrà pensato Piero. Già 4 anni fa infatti (e fu la prima volta che un segretario ex Pc si fece vedere alla manifestazione di Comunione e Liberazione) Fassino si beccò una contestazione e a un certo punto tirò fuori pure la storia dei suoi per trovare un punto d'incontro col popolo ciellino.

Non c'è stato niente da fare: anche ieri sera Fassino ha dovuto recitare i suoi Gesuiti. In realtà nella prima ora di dibattito (tolte le contestazioni iniziali) era andato benissimo e sembrava pure rilassato. Ma si è incartato lì, sulle tasse, il grande tallone d'Achille della sinistra. E su altri temi tanti cari alla platea di Rimini: la scuola, la famiglia, la sanità. Poi su una parola: merito. Ha detto: «Bisogna mettere al centro di tutto il merito. E poi il gusto di fare imprese». Ululati e fischi. «Ci prendi in giro» ha urlato qualcuno. Si è arrabbiato pure Vignali (con la gente). E Fassino.

TREMONTI, sotto sotto, intanto se la rideva. Ha ricevuto un'ovazione quando ha detto: « Gran parte della caduta della credibilità della Repubblica italiana è cominciata a partire dal '68, con l'approvazione di regole che hanno eroso principi di gerarchia, autorità e responsabilità». E ha concluso: «Non è stata solo una deriva culturale, ma anche sindacale. Ci si lamenta spesso dei fannulloni nel settore pubblico? La soluzione è il capoufficio: per reintrodurre nel pubblico gerarchia e autorità».
Sipario. Siamo ridotti così, L'unica vera novità è l'alzabandiera.