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Extended play, viaggio nella Rimini da bere. La riviera degli anni '80 raccontata da Ceccarini

Notizia pubblicata il 22 agosto 2008



Categoria notizia : Cultura


RIMINI, primi anni Ottanta. Prima della mucillagine, quando le altalene della coca-cola sventolavano a un passo dalla riva. Si scendeva alla spiaggia sotto le note di Kingston town degli UB40, il jingle della Publiphono, a guardare le tedesche paonazze. Svettavano là  nell'aria satura dell'odore di cremine antiscottatura, misto ai panini del compianto Italy&Italy.

Rimini non era ancora la "Felliniana" di oggi, ma semmai quella delle scorpacciate estive, il set di Serena Grandi e Paolo Villaggio. Tra le carezze sonore di Boy George, le graffiate di Samantha Fox, il " ghiaccioli-gelati-limoncini!" e il bip-bop dei videogiochi, cominciava la giornata degli adolescenti...

«Adolescenti che vedevano in Rimini un luna-park, soprattutto noi di Viserba, che non appena finiva la scuola ci mettevamo a rincorrere la riviera con le biciclette». Il ricordo é di Maurizio Ceccarini, classe '73, giornalista riminese e autore di Extended Play, nuovo romanzo edito da Il Ponte Vecchio (192 pagine 13 euro). Un racconto, ma non solo di fantasia: fotografa con tanti piccoli flash la città  com'era e com'é, in parte, ancora.

IMMORTALA il volto della Rimini da bere che a qualcuno infastidisce, pacchiana e ripetitiva, e a qualcuno, il resto del mondo, piace tanto: «Se oggi Rimini é un marchio lo deve anche agli anni in cui si é costruita la fama di divertimentificio – commenta Ceccarini – Ai tempi in cui Ibiza non era ancora famosa la nostra città  era il 'mare d'estate' per tutti gli europei».

Ma del resto quale sfondo più leggero, quali coreografie più leggiadre, sarebbero adatti a rievocare l'adolescenza? Sguazzano in questa cornice i protagonisti di Extended Play, sottotitolo ' Trentenni persi in sala giochi', storia di Alberto, informatico riminese che realizza il desiderio di mettere in piedi una sala giochi d'epoca.

Extended Play é il messaggio che davano i vecchi videogame quando il giocatore otteneva del tempo supplementare per giocare. Più che un ricordo. Forse, e l'insinuazione é fin troppo facile, é il desiderio di rivivere ai supplementari i proverbiali anni d'oro. «Certo, c'é il tema della difficoltà  di diventare adulti, però ci sono anche altri elementi in cui alcuni riminesi, maturi, si sono riconosciuti - rintuzza l'autore -, quei riminesi che oggi si riguardano le puntate di Miami Vice e i Ragazzi della Terza C».

Quelli della generazione X per intenderci: «La mia é la prima generazione con la Tv tra i principali punti di riferimento. Stare a Rimini, negli anni Ottanta d'estate, era proprio come vivere dentro a una grande Tv che trasmetteva ventiquattrore al giorno. Per noi ragazzini di quegli anni le discoteche erano le sale giochi. Tra quelle luci e quei suoni abbiamo condiviso e registrato ricordi».

C'àˆ LA NOSTALGIA in Extended Play, le bande di ragazzini scatenati sui joystick, il concerto dei Depeche Mode dell'86 allo Stadio Comunale e c'é ovviamente Il Resto del Carlino. Come fosse uno status symbol del riminese al mare, del riminese al bar, in sala giochi, sempre sotto braccio. Per scrivere Extended Play Maurizio Ceccarini ha passato lunghi pomeriggi in biblioteca a leggersi tutti i numeri del Carlino degli anni Ottanta. «Se non era l'unica fonte di informazioni era la principale, qui: se qualcosa finiva sul Carlino allora significava che era accaduta per davvero». Come per esempio le cronache delle riprese di ' Rimini Rimini', il cui set, nel libro e nella realtà , era meta di aspiranti comparse. Proprio come oggi quando transitano le selezioni del Grande Fratello. Passano gli anni, Rimini cambia, ma invecchia più lentamente degli adolescenti.

foto by http://www.flickr.com/photos/iguanajo