'Musica senza confini E’ qui la vera fusion'. Parla il direttore Jamal Ouassini
Notizia pubblicata il 16 giugno 2009
Categoria notizia : Musica
LA ETNO Pan Jazz Orchestra si esibisce stasera alle 21 all’Auditorium Manzoni (direzione artistica di Giorgio Zagnoni) per il suo secondo concerto e viaggia stavolta sulle varie sponde del Mediterraneo.
Il direttore, Jamal Ouassini, musicista marocchino ormai molto conosciuto e apprezzato nel nostro Paese, ospita un importante suo connazionale, un liutista «magico», un virtuoso fra i maggiori in circolazione, vale a dire Said Chraibi, che da anni raccoglie consensi e ovazioni ed è ripetutamente premiato sia in manifestazioni del mondo arabo sia in prestigiosi festival europei. L’intreccio di culture, la contaminazione, guidano il programma in un repertorio che unisce Italia e Spagna, Grecia e Turchia, Maghreb e la lontana India. Con i musicisti dei diversi Paesi, si esibiranno Gaya Scuderi, che danzerà il mondo arabo, e Chitrangee Uppamah, con danze indiane.
«Abbiamo lavorato con strumentisti provenienti da varie parti del mondo pensando non solo alla musica tradizionale dei vari Paesi —spiega Ouassini — ma anche a particolari compositori. E poi abbiamo dato molta importanza agli arrangiamenti. Ne nasce una fusion non forzata, che riguarda soprattutto gli elementi comuni che riguardano le varie culture rappresentate, gli intrecci e le origini che ci legano, per esempio il Brasile con l’Africa e eol mondo arabo». Un viaggio, quello della Etno Pan Jazz Orchestra, fatto grazie «alla curiosità che ogni musicista ha di fare ricerca. Volere conoscere gli altri — afferma il direttore musicale — facilita molto il nostro lavoro. Abbiamo viaggiato da Oriente a Occidente, cerchiamo per esempio di portare autori turchi, sconosciuti in Italia, sperando possano diventare comuni anche da noi». Le espressioni che l’Orchestra cerca sono quelle che vedono fondersi i vari generi, per esempio la vocalità del flamenco con la musica araba; e la possibilità di curare anche cartelloni dove si alternano le varie culture. «Cominciare da uno spazio classico come il Manzoni mi fa molto piacere», dice Jamal.
MA È ancora molto più soddisfacente «quando capiamo che la musica è un veicolo che unisce i popoli ben più di ogni idea politica. La musica è avanti, dà la soddisfazione di condividere i costumi, di conoscersi in modo naturale. Non sono le nostre solo parole: suoniamo e balliamo insieme, e questa è una conquista importante. Perché la cultura non appartiene a nessuno: è frutto di viaggi, si trasforma con l’esperienza».
photo by http://www.flickr.com/photos/dsifry