Metropolitana a Rimini nel futuro prossimo?
Notizia pubblicata il 01 dicembre 2007
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Metropolitana, le stazioni grandi firme. L'idea di affidare il progetto di ogni fermata ad un grande architetto italiano
IL DIRETTORE DI AGENZIA MOBILITA'ERMETE DALPRATO RACCONTA LA SUA SFIDA
HAI VOLUTO la metropolitana...? No, in realtà nessuno sano di mente avrebbe voluto salire su quel treno per Yuma che, a parole, da ormai dieci anni cerca di collegare Rimini a Riccione. Una polpetta avvelenata, partita male e gestita peggio. Alla fine la scommessa l'ha raccolta lui, Ermete Dalprato, ex superdirigente dell'urbanistica riminese e da quest'anno Direttore generale di Agenzia Mobilità di Rimini, il braccio operativo di questa sfida infinita.
Dopo aver lasciato il Comune sognava il mare. Si é ritrovato a scavare una sorta di trincea nel bel mezzo della riminizzazione più bieca. Dopo un anno di lavoro in silenzio, che ha prodotto più risultati di tutti gli altri 9 messi assieme, Ermete Dalprato infrange la cortina della riservatezza che ha, quella sì, eretto da un pezzo...
Ingegnere, 100 milioni di euro per arrivare da Rimini a Riccione? Ma tutti questi soldi non si potevano spendere facendo altro?
«Quel progetto era già pronto, ma non per questo lo rinnego, sia chiaro, anzi credo di averlo migliorato. Sì é una spesa consistente, ma é anche una situazione complessa perché di solito prima si progettano i trasporti e poi si fanno le città . Qui arriviamo a cose già fatte...»
Ci convinca che sarà un'opera utile
«Qui parlo da urbanista, perché questa é la mia estrazione, più che da trasportista. Siamo davanti a due scenari: l'opera potrà essere semplicemente utile se resterà quella che vedete oggi sulla carta: un binario che va dalla stazione di Rimini a quella di Riccione con delle pensiline per ciascuna delle 15 stazioni intermedie. Ma potrebbe diventare strategica se tutto il territorio e le sue istituzioni punteranno su di essa. »
In che modo?
«Oggi abbiamo disegnato delle tettoie in corrispondenza delle fermate. Ma se ad ogni sosta corrispondesse una stazione, illuminata, con servizi come un bar, una libreria, un'edicola, magari con telecamere puntate sul sottopasso per garantire sicurezza noi potremmo ricucire la frattura fra mare e terra e soprattutto recuperare parti di Rimini che oggi, mi creda, sono abbandonate al degrado»
E poi?
« Si potrebbero cogliere provocazioni interessanti. Sto accarezzando l'idea di affidare ognuna di questa stazioni a un architetto di grido. Faccio solo per dire; che ne direste della stazione Renzo Piano seguita dalla stazione Fuksas? Potrebbe rappresentare un elemento in più di interesse turistico specifico per questa tratta, un viaggio reale nell'architettura italiana...
L'estetica va bene. E la pratica?
«Questi primi dieci chilometri devono diventare il fulcro della mobilità provinciale. Cattolica e Misano stanno già studiando una strada dedicata al nostro metrò. Che sarà una macchina sofisticatissima capace di fermarsi e partire da sola (anche se un operatore sarà sempre a bordo), di viaggiare sulla corsia sopraelevata, ma anche sulla strada. E' già in fase di progettazione il collegamento con la Fiera, perché Riccione ce l'ha detto da subito: «A noi non interessa arrivare alla stazione di Rimini, a noi preme la Fiera».
C'é altro?
«Come vogliamo risolvere il problema della supestrada per San Marino? Facciamo un'altra strada? E la Marecchiese? Per quanto sarà sopportabile la mole di traffico che si é abbattuta in questi anni? Una volta c'era il treno per Novafeltria e quello per San Marino. Non le avevano mica fatte a vanvera quelle tratte».
Sembra un libro dei sogni
«E' una questione di volontà politica ed é una battaglia di cui il presidente Fabi é profondamente convinto. La politica deve prendere in mano il tema della mobilità e decidere come ci muoveremo fra venti o trent'anni. Se guardiamo le previsioni su inquinamento e prezzo del petrolio non mi sembrano poi progetti così campati per aria».
Quante persone servirà questo Trc. Mille all'ora?
«E' uno dei dati di progetto. Ma é un dato medio. Noi potremo arrivare a una partenza ogni cinque minuti, di meno no perché vi sono tratti a un solo binario e questi rappresentano un nodo insuperabile. Con la massima frequenza potremo arrivare a 1800 persone l'ora. Ma la parte cruciale di tutta questa operazione é che noi avremo tempi certi: 23 minuti da Rimini a Riccione, estate o inverno, pioggia o neve»».
E l'aeroporto?
«La stazione dell'aeroporto sarà quella di Cavalieri di Vittorio Veneto che servità anche il futuro polo del benessere. Basteranno una navetta e 5 minuti. Fra l'altro lì abbiamo larghi spazi al contrario, per esempio di via Lagomaggio, che però rappresenta una parte storica della città e che imporrà una scelta radicalmente diversa. »
Il nuovo Palas?
«Se saliremo verso San Marino, perché no?»
E Riccione come l'ha presa?
«Il sindaco mi aveva chiesto di salvare i parcheggi. Abbiamo cambiato progetto e adesso tifa per noi».
Quando partirete con i lavori?
«Entro il 2008».
Farete del «male», nel senso di disagio?
«A qualcuno inevitabilmente sì. Una ventina di casi sono allo studio. Ma abbiamo trovato persone comprensive e civili. E ci comporteremo di conseguenza».
E alla viabilità cittadina?
«Di sicuro dovremo chiudere strade, sottopassaggi, muovere camion. Non saranno 5 anni semplici. E' una parte pesante del progetto quella di governare i cantieri».
Quanto costerà arrivare alla fiera?
«Altri 45 milioni, ci vogliono due ponti nuovi».
Ma non si poteva fare una metropolitana, sottoterra e risolvere tanti guai?
«A parte i costi, bisogna sempre tener presente che noi siamo Rimini: un muro di cemento profondo 10 metri sarebbe una diga alle falde che scendono verso il mare. Quello sì sarebbe stato un bel problema».
Ringrazia qualcuno?
«Il mio staff, ragazzi straordinari»
(foto McColin)