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Scarlatti e il jazz uniti nel nome di Pieranunzi. Il pianista stasera al Festival di Santo Stefano

Notizia pubblicata il 18 giugno 2009



Categoria notizia : Musica


SUO DODICESIMO album, “Enrico Pieranunzi plays Domenico Scarlatti” vede il pianista romano affrontare un’impresa unica, mai compiuta prima: comporre,improvvisando, sulle sonate di un illustre autore classico.

La mirabile fusione tra due mondi, tra la sensibilità creativa e d’interprete di uno dei migliori pianisti jazz cui l’Europa ha dato i natali e l’ingegno del più originale compositore-improvvisatore per clavicembalo del Barocco si potrà ascoltare dal vivo stasera nell’ambito del festival Internazionale di Santo Stefano in programma alle 21.15 nel chiostro medievale della Basilica omonima.
«E’ UNA TAPPA importante e da molto tempo cercata», racconta Pieranunzi nell’intervista rilasciata ad Andrea Scaccia e inclusa nel booklet del cd. «Ho sempre coltivato il piano classico parallelamente al jazz, due strade che in pubblico ho però tenuto a lungo separate. Ora, grazie a Scarlatti, sono riuscito a fondere in un unico doppio discorso le due vie che hanno sempre caratterizzato la mia vita musicale».

E circa la scelta del musicista da rielaborare: «Scarlatti l’ho sempre profondamente amato, i libri con le sue sonate sono sempre stati accanto al mio pianoforte. Potrei elencare molte ragioni per spiegare questa sorta di “innamoramento”: fantasia formale, vitalismo ritmico, passionalità, mediterraneità. Dentro i suoi suoni ci sono i colori del nostro cielo e del nostro mare, la voglia di vivere e di amare e lo struggimento di un attimo…». Ma l’operazione compiuta non è di jazzificazione pura e semplice: «Di solito gli esiti sono fallimentari. In questo caso ho valorizzato ciò che già accomuna il jazz a Scarlatti: le sue note sono umorali, cangianti, piene di movimento, iscritte nel flusso della vita».

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