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L' enogastronomia è la nostra storia l'entroterra il futuro

Notizia pubblicata il 19 agosto 2007



Categoria notizia : Turismo


?RIMINI - Continua il dibattito sul turismo. "Cara direttore, se mi permette, vorrei intervenire sullo scambio di opinioni che c'è stato fra Roberto Venturini e Gianfranco Simonelli in materia turistica, persone che conosco molto bene e che stimo per la loro professionalità.

Tutti e due penso riconoscano l' enorme risorsa che potrebbe rappresentare il nostro mare come grande via d'acqua, come risorsa ambientale, come elemento per la nutrizione e godimento per il balneare. Ma sostenere, come fa Venturini, che "l'entroterra è una strada già percorsa che finora non ha corrisposto adeguatamente alla dovizia dei mezzi che vi sono stati profusi", senza però aggiungere che è stato proposto come il retrobottega ?della spiaggia da usarsi solo in caso di pioggia o quando in spiaggia non ci si può andare.

Oppure come è successo fino a poco tempo fa con il progetto provinciale della " Strada dei Vini e dei Sapori" capitato nelle mani di improvvisati che hanno sprecato tempo e molte risorse portando pochissimi risultati. Se l'entroterra unito all' enogastronomia fosse stato utilizzato come hanno fatto in Francia o in Spagna, forse oggi i risultati sarebbero stati diversi. Fino ad ora è stato più facile copiare senza voler studiare come fare per adattare il fenomeno enogastronomico al nostro territorio, per cercare di risolvere alcuni problemi che assillano il turismo provin?ciale e nel tentativo di rinnovare la nostra offerta partendo dall'intero territorio, dal ricettivo alberghiero della costa per pio arrivare al settore commerciale del centro storico e della Marina.

Pensare che il prodotto turistico culturale che esprime il nostro entroterra, unito al centro storico di Rimini e all'enogastronomia non possa sostenere il ricettivo della costa, se opportunamente adeguato al target di riferimento, è pura miopia. Esperti come il professor Attilio Gardini, ordinario di Econometria non che direttore del Master in Turismo dell'Università di Bologna e il professor Fabio Taiti, presidente del Censis Servizi, sostengono che l'integrazione sia la carta vincente turistica di un territorio e non ?un singolo prodotto come intende proporre l'amico Venturini. L'enogastronomia, poi,
non vuol dire solo mangiare, ma serve per comunicare i valori i quali facilitano l'integrazione fra i prodotti turistici che un territorio è in grado di offrire. Quindi l'enogastronomia come "il mezzo" per comunicare la storia, la tradizione, la cultura che è l'identità di popolo e non "il fine" per vendere il vino o il cibo proposto dai ristoranti generalisti. Non sarà certo guardando solo al mare che si troverà la panacea per salvare il nostro sistema turistico o per risolvere i molti problemi che da molto tempo ormai assillano il nostro territorio.