Il matrimonio glamour della figlia di Petrucci. Arrivo in chiesa con la Ferrari, poi tutti a teatro
Notizia pubblicata il 29 dicembre 2008
Categoria notizia : Fatti Curiosi
UN MATRIMONIO elegante, ma non sfarzoso. Le nozze del medico chirurgo Elisabetta Petrucci, _ figlia di uno dei più noti imprenditori edili della provincia, Paolo Petrucci di Lucrezia _ non hanno riservato sorprese ai circa 250 ospiti presenti, a parte un ritardo di quasi un’ora sull’inizio della cerimonia religiosa.
Sembra infatti che un piccolo inconveniente al vestito della sposa, proprio al momento di salire in auto, una Ferrari bianca, abbia determinato il ritardo. La messa a Santa Maria Nuova, addobbata con rose gialle e raso bianco, è iniziata alle 16.20 invece delle previste 15.30. A celebrare il rito religioso don Giuliano, parroco di Lucrezia, che 35 anni fa aveva già unito in matrimonio i genitori di Elisabetta Petrucci. Lo sposo, giovanissimo, anche lui medico chirurgo, ha atteso con tranquillità l’arrivo della futura moglie in compagnia della madre e dello zio (fratello della mamma) l’onorevole Carlo Ciccioli. Nonostante il freddo e la pioggia, tanti gli invitati presenti prima alla cerimonia in chiesa e poi al buffet, curato da Alceo Rapa, nel foyer del teatro della Fortuna. C’erano personaggi noti del mondo dell’imprenditoria (Costanzi e Minardi), e alcuni rappresentanti istituzionali come il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, Fabio Tombari, con la moglie, il sindaco di Fano Stefano Aguzzi e il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Mauro Falcioni, il sindaco di Cartoceto Ivaldo Verdini e l’assessore all’Urbanistica Massimo Rondina.
Se il soprano Anna Malavasi è stata protagonista della messa cantata in chiesa (e ha cantato poi anche a teatro), Marco Pacassoni e il suo gruppo jazz hanno intrattenuto gli ospiti a teatro.
STRAORDINARIO il buffet curato da Alceo Rapa tutto a base di pesce: ostriche e champagne, mazzancolle in salsa rosa, pesce spada alla messinese, bronzino in bella vista tanto per citare alcune delle creazioni di Rapa. «Un menù — ha spiegato il ristoratore — adatto per il teatro della Fortuna con micro porzioni già pronte e comode da consumare». Il sovrintendente del teatro della Fortuna, Simone Brunetti per spegnere le polemiche sull’utilizzo dello storico edificio per feste e ricevimenti ricorda che «si è servito da bere solo nel foyer» e non nella platea. Agli ospiti — molti parenti dello sposo arrivavano da Bergamo, sua città d’origine — è stata offerta la possibilità di visitare, con tanto di guida, il teatro, dai sotterranei al loggione. Degna conclusione della serata, la cena al Symposium di Cartoceto di Lucio Pompili.
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