Io, sex symbol? Ringrazio chi lo pensa
Notizia pubblicata il 18 luglio 2008
Categoria notizia : Spettacoli
DURAN DURAN, il grande ritorno. Stasera al Pala De André di Ravenna, alle 21, il mitico gruppo in concerto con il "Red Carpet Massacre European Tour". La formazione che si presenta sul palco é quella storica: Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes e Roger Taylor. Con loro anche i musicisti Dom Brown (chitarra), Anna Ross (vocalist) e Simon Willescroft (saxofono).
ERANO gli anni '80 quando la band inglese conquistava un'intera generazione e vendeva 70 milioni di dischi nel mondo. Dall'album di debutto, pubblicato nel febbraio del 1981, alla loro ultima fatica, Red Carpet Massacre, il sound dei
Duran Duran é sicuramente cambiato, ma riesce ancora a conquistarsi uno spazio rilevante nel mercato musicale.
Una scia positiva che prosegue dalla reunion del 2001, che ha riportato in auge il gruppo con un album di buon successo, Astronaut, e un trionfale tour mondiale. La scorsa estate il gruppo ha partecipato poi a due eventi planetari allo stadio Wembley di Londra. Uno di questi, "Concert for Diana", in memoria di Lady D di cui erano il gruppo preferito.
La parola passa di rigore al leader del gruppo
Simon Le Bon.
Come funziona questo nuovo tour?
«Ogni tour é diverso, come il cambiamento e l'evolversi della musica e anche il nostro pubblico. Ciò che abbiamo ora é uno spettacolo che dura poco più di due ore con ciò che desideriamo di più, cioé un ottimo mix di vecchi e nuovi brani. In termini di produzione, questa volta abbiamo anche compiuto alcuni cambiamenti fondamentali, concentrandoci molto di più sulla scena e illuminazione che sui video».
Dal debutto del tour é cambiato qualcosa?
«Lo spettacolo vive e respira e cambia ogni notte. Dato il nostro ampio repertorio, abbiamo la fortuna di essere in grado di variare regolarmente le canzoni, in modo tale che raramente il programma é lo stesso per due sere consecutive. Analogamente, il rendimento é dato dalla dinamica della band e dalla chimica che scatta tra noi quattro. Deve evolversi in modo tale che é costantemente una sfida a mantenere idee fresche, cerchiamo nuove disposizioni, testiamo i nuovi passaggi da un brano all'altro, lavoriamo sempre su materiale diverso in modo da stupire sempre i nostri fans».
Qual é il momento dello spettacolo che preferite?
«Cambia, a seconda di come mi sento e come la folla risponde. Tanta della nostra energia proviene dal pubblico. A volte é il nuovo materiale, altre volte sono i momenti più silenziosi, più soft, momenti nello spettacolo dove posso portare tutti in un luogo diverso...».
L'Italia é sempre stato un paese che ha creduto molto nei Duran Duran. Avete ancora un feeling speciale con il pubblico italiano?
«Qui abbiamo vissuto alcuni dei momenti più emozionanti nella nostra carriera. Il calore e la passione del pubblico sono indimenticabili».
Qualche ricordo speciale dei tour italiani?
«Ho tanti ricordi eccezionali, é quasi impossibile scegliere... con il grande Luciano Pavarotti a Modena o l'apertura del Live 8 al Circo Massimo di Roma».
Si sente ancora un "sex symbol"?
«Non ne sono sicuro, ma ringrazio per il complimento».
fourman