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Popoli dell'Adriatico uniti dalle divinità

Notizia pubblicata il 11 settembre 2007



Categoria notizia : Fatti Curiosi


CATTOLICA. Giove Sereno, dio dell'antica Grecia e protettore dei navigatori, era venerato in Croazia e Bosnia Herzegovina, ma anche lungo la costa adriatica italiana, tra Misano e Ancona.

Poseidone, una volta divenuto il cristianesimo religione ufficiale, fu sostituito dalla Dalmazia fino a Otranto in San Nicola.

Le testimonianze della " grecità" che accomuna le due sponde dell'Adriatico, italiana e quella dei Paesi della ex Jugoslavia, sono solo alcune di quelle illustrate nell'ambito del progetto transfrontaliero Barca Adrias Kolpos.

Le conclusioni saranno riportate nel maggio del 2008, quando i lavori che mirano a individuare delle similitudini tra le popolazioni nell'area dell'Adriatico saranno terminati.

Nel frattempo, domenica scorsa a Cattolica, sono stati presentati dei risultati parziali, e un primo bilancio ha messo in luce quali e quanti punti dì contatto sono emersi in questi mesi di scavi archeologici e studi su testi di storia.

Il lasso di tempo in cui gli studiosi (italiani, croati, sloveni e bosniaci) si sono concentrati è compreso tra l'epoca pre-romana fino al XIX secolo.

Si è proceduto in maniera graduale, verificando prima di tutto l'influenza greca nelle coste italiane adriatiche, per poi trasferirsi nell'altra sponda e fare altrettanto. Seguendo questo modo di operare, è stata trovata a Vallugola, vicino Gabicce, una stipe - sorta di luogo di culto - dove si praticava la venerazione degli dei pagani greci. Tracce simili sono state scoperte anche a San Giovanni Marignano e a Misano.
Si è avanzata l'ipotesi che il chirurgo dell'omonima casa di Rimini fosse di origine greche. Prove evidenti del culto del dio Diomede sono emerse, a testimonianza della presenza ellenica, sia ad Ancona che in tutta l'ex Jugoslavia.

Mare Adriatico che sembra, quindi, abbia rappresentato una sorta di ponte, capace di unire le genti di diverse nazioni e etnie.

Proseguendo in questo ideale Viaggio nel tempo, gli studiosi delle università di Bologna e Spalato hanno scovato dei tratti in comune tra le diverse popolazioni nei manoscritti dei viaggiatori del 1500 e del 1800. Anche qui, sono balzati all'attenzione dei ricercatori i tanti punti di contatto che confermano la base comune che lega le zone limitrofe al bacino adriatico.

Questi primi risultati. oltre ad avere un'importante valenza storica, mirano anche a obiettivi più 'terreni', come "alimentare un turismo alternativo, legato ad aspetti culturali del nostro territorio". Parole di Lucia De Nicolò una delle responsabili del progetto, che in tal modo ha voluto ricordare la necessità di guardare il passato per proiettarsi nel futuro e non restare indietro.
Foto By pedro prats