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Solo un rigagnolo ci lega a Ridracoli, mai tanta acqua dalle falde

Notizia pubblicata il 16 ottobre 2007



Categoria notizia : Cultura


RESTA solo un filo d'acqua a collegare la provincia di Rimini alla diga di Ridracoli, dove ormai si sta raschiando il barile.

 Poco più di 80 litri d'acqua al secondo contro i 300 normalmente previsti in questo periodo, a fronte di un consumo complessivo di mille litri al secondo.

Un rivolo che potrà  ancora ridursi fino a 30 litri al secondo, ma non di più.

Il 'filo' non può essere staccato (anche se in questo caso il paziente sta meglio del dottore) perché quei 30 litri al secondo servono Verucchio Alta, Poggio Berni e Torriana, tre centri raggiunti solo da Romagna acque.

MA A PARTE questa fetta di Valmarecchia, Rimini é vicina all'autonomia. Per forza, visto lo stato di salute del bacino di Ridracoli dove da aprile il saldo é negativo: cioé é più l'acqua che si consuma di quella che entra.

Non é uno sforzo indolore quello a cui si sta sottoponendo Rimini: da maggio dello scorso anno le falde sono costrette a sopportare prelievi massicci.

Al punto che da luglio a ottobre il livello é calato di circa due metri. Per fortuna negli ultini giorni questa caduta libera sembra essersi fermata, ma resta il problema dell'infiltrazione di acqua salata nel sottosuolo.

Per ora i controlli hanno evidenziato problemi solo in tre dei 26 pozzi che emungono il sottosuolo del Marecchia e del Conca. Di fatto siamo in un territorio inesplorato: mai si erano raggiunti simili livelli.

E in clima di emergenza i nodi vengono subito al pettine: "Come Hera Rimini - spiega il direttore Edolo Minarelli ci siamo impegnati sin da marzo con investimenti massicci che hanno interessato la portata delle pompe, i filtri, il rifacimento delle condotte e varie connessioni per raggiungere così il maggior numero di utenti. Se oggi siamo quasi autonomi il merito é di questo sforzo che prefigurava lo scenario peggiore, Che si é puntualmente verificato.

Mi chiedo perché Romagna acque non si sia ancora dotata dei depuratori che dovarnno immettere in rete l'acqua del canale Emiliano Romagnolo...".

E PROPRIO di depuratori si é parlato ieri in Regione durante un incontro al quale per Rimini ha partecipato il presidente della Provincia Nando Fabbri.

Un incontro che praticamente si é limitato a confermare la gravità  del momento, a invocare la riduzione dei consumi e a stanziare 600mila euro per un terzo depuratore, ognuno dei quali potrà  potabilizzare circa 40 litri al secondo (in pratica il fabbisogno di una decina di paesi).

Ma di questo passo Rimini dovrà  pensare a desalinizzare il mare?
"I desalinizzatori hanno costi impossibili - spiega Minarelli - ma le alternative ci sono: in primis le cave sul Marecchia,, poi il Canale Emiliano Romagnolo, ormai alle porte di Rimini. Perché questa estate ha dimostrato che la Romagna é secca, ma il Po ha una buona portata. Infine risparmiare... quello conviene a tutti"

foto by saracad

foto by strocchi