Riccione 'Il Comune metta giù le mani dalle terme' L'opposizione contro il documento del Pd
Notizia pubblicata il 26 settembre 2008
Categoria notizia : Turismo
«QUELL'ORDINE del giorno, così com'é stato presentato non si può votare, il Comune deve mettere giù le mani dalle terme».
Con questa convinzione la minoranza, a partire dalla Pdl, ieri nella riunione dei capigruppo, assieme allo Sdi, ha chiesto di modificare il testo, presentato la scorsa settimana.
L'opposizione chiede piuttosto attenzione sullo sviluppo termale che Marzio Pecci propone di favorire, mettendo a disposizione le aree Ceschina. Ieri, intanto, i capigruppo hanno messo alle strette il Pd, costringendolo a eliminare il punto in cui si chiede al consiglio comunale di «incoraggiare anche futuri scenari alternativi per la gestione stessa degli stabilimenti termali».
E quello in cui si evidenzia che: «La palese pubblica utilità che il polo termale ha per il sistema turistico riccionese può e deve portare l'amministrazione a svolgere un ruolo strategico anche nella prefigurazione di ipotetici assetti societari che prevedano l'impegno di soggetti economici privati». Resterebbe così solo l'impegno «a promuovere e favorire il pieno sviluppo del polo turistico termale».
Il nuovo testo, da votare nel consiglio comunale del 2 ottobre, dovrebbe essere ripresentato dal capogruppo Simone Gobbi lunedì. Caldo l'incontro di ieri in municipio. «Così quest'ordine del giorno non lo votiamo -sbotta Lilly Bordoni Pasini —. Per non essere fraintesi, bisogna togliere quei punti. E poi vogliamo vedere la delibera regionale e la convenzione. Che cosa ci sta sotto?» . «Quel documento é fuori luogo. Non é da amministratori seri.
Bisogna togliere le mani dalla terme -dichiara con forza Pecci -. Il Comune deve piuttosto dire qual é il suo programma politico sulle terme. Il sindaco anzichè andare in Regione per la sospensione della convenzione, deve piuttosto dire: voglio portare Riccione a essere una delle dieci più importanti città termali d'Italia. L'odg da presentare in consiglio camuffa la mancanza di idee di chi governa».
Pecci punta il dito anche sugli altri problemi della città e sbotta: «Il Pd e tutta la maggioranza, sono una casta nel frullatore, avvelenata da un'estate da «Caporetto». Poi giù coi temi caldi: «palacongressi e crisi del presidente Montanari, fallimento dei grandi progetti, come Futurismo, porto, piazzetta del palacongressi e arredo urbano di viale Ceccarini. Poi il via vai dei comunisti dalla giunta, l'uscita del consigliere Prioli dal gruppo Pd, il siluramento di Fantini dalla Geat, la revoca della candidatura della Cevoli alla stessa Spa e la lotta fratricida tra Galli e Pironi per la candidatura a sindaco. Situazioni che esprimono la grave confusione in cui versano giunta e maggioranza intera».
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