Riccione 'Non chiudo le Terme a costo di rimetterci' Prestazioni ai pazienti senza i soldi dell'Asl

SI ANNUNCIA un ottobre nero per le Terme di Riccione, dopo la decisione della Regione di sospendere la convenzione con il Servizio sanitario. Presidente Piccioni come intendete muovervi? «Stando a quello che dicono i miei legali, la delibera della Regione é illegittima e per tale motivo ho presentato ricorso all'autorità  giudiziaria. Sono assolutamente convinto dell'assoluta integrità  della mia persona e di non aver commesso alcun abuso, nè truffa.

Considerato il fatto che il provvedimento di sospensione per un mese della convenzione colpisce più che le Terme i suoi dipendenti, i pazienti, gli albergatori e gli operatori turistici in genere, ma soprattutto l'immagine di Riccione, ho deciso che la società  si assumerà  l'intero rischio economico di continuare ad erogare tutte le cure termali, così come previsto dal Servizio Sanitario Nazionale».

Vuol dire che continuerete a garantire le prestazioni anche senza avere la certezza che sarà  poi la Regione a saldare il conto.
«E' esattamente così. Tratterò le impegnative senza presentare fattura all'Ausl. Col tempo vedremo chi ha ragione. Toccherà  alla magistratura stabilire se il costo dovrà  gravare sulle Terme o sul Servizio Sanitario Nazionale.

Oppure, aggiungo, su altri soggetti che abbiano eventualmente contribuito a creare ed arrecare grave pregiudizio alla nostra attività . Fra le molte assurdità  di questa vicenda vi é anche il fatto che l'Ausl di Rimini non si fida dell'operato del pubblico ministero. L'Ausl continua a non pagare dal 2007 il suo debito per le fatture emesse e prestazioni termali già  erogate, da fatturare, di un importo che ammonta ad oltre 3 milioni di euro, nonostante il giudice abbia iscritto un sequestro preventivo, a tutela dell'Ausl stessa, sui beni immobili della Riccione Terme per un valore che va dai 200mila al milione di euro».

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