Riccione I bar non andranno in soccorso dei bagnini 'Le spese per il salvataggio non si dividono'

«PAGARE i bagnini di salvataggi? Non se ne parla. E' una richiesta assurda. E' come se noi ristoratori ai bagnini chiedessimo di pagare la pagnotta ai bagnanti». La proposta di dividere le spese dei bay watch, lanciata dalla Cooperativa Bagnini a tutti gli operatori di spiaggia, va di traverso ai titolari di bar e ristoranti.

«Bene ha fatto l'assessore al Demanio Loretta Villa a imporre il servizio fino al 14 settembre _ attacca Ezio Filippucci, vicepresidente dei ristoratori _. Così offriamo più sicurezza. Dai colleghi bagnini, a parte la solita polemica di fine stagione, ci aspettavamo altro, per esempio una protesta per far posticipare la scuola, battaglia che condividiamo con gli albergatori».
E poi: «Vogliono dividere le spese dei salvataggi? Allora per equità  sommiamo le buste dei baristi, camerieri e cuochi, nonchè quelle dei bagnini con i salvataggi e dividiamo tutte le spese. Si parla poi di avere altri bar. Noi di aperti ne abbiamo ancora 52».

«E' UNA RICHIESTA assurda _ fa eco Oreste Tontini del ristorante La Griglia _. Cosa c'entriamo noi con i bagnini che vendono tende e brandine, servizio che include il salvataggio? Allora invertiamo e chiediamo agli operatori di spiaggia, gli unici che non rilasciano scontrini, di offrire il pane ai bagnanti. Diano piuttosto la possibilità , a chi ha i soldi, di investire in spiaggia e qualificarsi.

Mancano ancora tanti servizi e ci sono tende che sembrano loculi. Bisogna capire certi fenomeni, per esempio perchè gli hotel a quattro stelle hanno fatto il pieno e altri no. La spiaggia di ora andava bene ai tedeschi di un tempo, in gran parte deceduti». «Se il servizio di salvataggio viene monopolizzato _ conclude Dina Miri della Confesercenti _, non possono pagare anche i baristi che da tempo chiedono di incontrarsi con i bagnini per affrontare i problemi della spiaggia».

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