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Gli emigrati siciliani nel racconto di Meyer Doppio appuntamento al Lumiere per scoprire il cinema del regista Belga
Notizia pubblicata il 02 febbraio 2010
Categoria notizia : Eventi
“Già vola il fiore magro dai rami. E io attendo la pazienza del suo volo irrevocabile”, scriveva Salvatore Quasimodo.
A questi versi pensò il regista belga Paul Meyer, scomparso pochi anni fa, per il suo Dejas envole le fleur maigre, film del 1960 in cui la tecnica da documentarista si mescola a una forte ispirazione poetica. Il Cinema Lumière offre stasera, alle 22.15, e domani, alle 18, l'opportunità di riscoprire questo ritratto neorealista che nel 1960, al primo festival del cinema di Porretta Terme, vinse il Premio della Critica.
A consegnare il premio a Paul Meyer, fu una giuria composta da personaggi del calibro di Cesare Zavattini, Visconti, Vittorio De Sica e Rossellini. Censurato e ritirato dalle autorità belghe, che pure lo avevano commissionato, ma che avrebbero preferito una versione più edulcorata, il film, ridistribuito solo nel '95, descrive con crudo realismo il durissimo lavoro di una famiglia di emigrati siciliani nelle miniere di carbone del Belgio.
Le due proiezioni del Lumière fanno parte della retrospettiva “Copia carbone”, promossa dalla Cineteca di Bologna e dal Cimes (Centro del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna). A chiudere la rassegna, lunedì prossimo, sarà una selezione di documentari italiani fra cui “Dallo zolfo al carbone”, documentario sociale di Luca Vullo