Aspettando lo stabile il Dehon ricorda Beckett. Debutta stasera lo spettacolo di Ferrarini
Notizia pubblicata il 12 marzo 2009
Categoria notizia : Eventi
ANCORA nessuna novità per il Teatro Dehon sulla richiesta inoltrata al ministero per i Beni culturali di diventare un teatro stabile ad iniziativa privata.
Sul punto l’anno scorso è intervenuta con uno stop la Regione che ha frenato le ambizioni di Guido Ferrarini, direttore artistico del teatro, sulla base delle considerazioni che in Emilia Romagna ci sono già sette teatri stabili. Confidando in un epilogo positivo della vicenda, Ferrarini già dall’anno scorso incassa comunque un importante riscontro istituzionale con l’avvio della convenzione (triennale) con il Comune di Bologna che rimpolperà il sostegno finanziario al teatro (proveniente prevalentemente dalle due Fondazioni bolognesi, del Monte e Carisbo) con altri 90mila euro spalmati su tre anni (2008-2010). Uno dei primi frutti di questa nuova partnership è l’allestimento di una trilogia dedicata a Samuel Beckett che lo stesso Ferrarini conobbe all’inizio della sua avventura teatrale.
RISALE alla fine degli anni ‘80, infatti, la prima messa in scena della compagnia di L’ultimo nastro di Krapp di cui il premio Nobel curò la supervisione alla regia. La trilogia (dal titolo Omaggio a Samuel Beckett n°2) parte con l’anteprima di Aspettando Godot (nella foto una scena) diretta da Piero Ferrarini stasera al Dehon e offre una sorta di spaccato della drammaturgia beckettiana cercando di indagare sugli sviluppi interpretativi degli ultimi anni, anche alla luce della riscoperta di alcune sue lettere che pongono l’autore sotto una nuova luce. Ai nuovi risvolti interpretativi del lavoro di Beckett è dedicata la giornata di studi del 13 marzo (dalle 10) in cui interverranno Claudio Meldolesi e Gerardo Guccini dell’Università e Giuseppe Liotta, presidente dell’associazione nazionale dei critici d’arte. «Il progetto — spiega Guido Ferraini — è frutto di una ricognizione nella drammaturgia beckettiana che ho iniziato negli anni 80 quando ho avuto la fortuna di conoscere il grande drammaturgo e di collaborare con lui per l’allestimento de “L’ultimo Nastro di Krapp” (che sarà riproposto dal 19 al 22 marzo). Alla prima di stasera abbiamo invitato tutte le autorità cittadine con l’intenzione di rivolgere prima di tutto un invito a fare cultura in modo autonomo e indipendente».
GLI INTERPRETI di questo insolito Godot, che insiste sulla rottura con la tradizione sin dal suo allestimento scenografico (l’ambiente sono le mura di un carcere e non lo spazio aperto immaginato dal suo autore), sono Aldo Sassi, Alessandro Fornari, Tania Passarini e Massimo Macchiavelli, che interpreta il ruolo di Pozzo e che conosce bene il testo dal momento che, qualche anno fa, ne ha diretto una messa in scena con la sua Fraternal compagnia. L’ultimo dei tre appuntamento è con Giorni felici, dal 2 al 5 aprile, con repliche pomeridiane in lingua originale.m. l.
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