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Era un gioiello, oggi é un fantasma. Il decadimento di villa Ombrosa di Viserba a Rimini e la sua lunga storia

Notizia pubblicata il 03 dicembre 2007



Categoria notizia : Fatti Curiosi


NON PASSA certo inosservata, la bella villa con parco situata quasi di fronte al distributore di via Sacramora. Anche perchè questa strada é sempre più pericolosa per il forte flusso di traffico che, visto lo sviluppo urbanistico della zona di Rimini Nord, aumenta di anno in anno. Si chiama Villa Ombrosa, ma potremmo ribattezzarla “pericolosa e tenebrosa”. In questa stagione dal recinto fuoriescono lunghi rami di rovi (con more comprese), autentico pericolo per i ciclisti, che se li trovano di colpo ad altezza d'occhi.

Scartando improvvisamente verso il centro della carreggiata per evitare graffi al volto, si rischia seriamente di venire investiti da chi sopraggiunge da dietro. Molto da raccontare anche per il mistero che circonda Villa Ombrosa, col suo parco di alberi secolari e una storia travagliata.

Fatta costruire all'inizio del secolo scorso dalla Contessa Carini (nome rimasto nelle mappe), originariamente si chiamava Villa Gemmamaria. Prima della seconda guerra passò di proprietà  varie volte: prima a Gattegno e poi a Giuseppe Cameo, al quale venne tolta nel 1944 a seguito delle confische operate nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica. Nel 1954 venne acquistata da don Pietro Lodolini, che vi abitò fino alla sua morte avvenuta una decina d'anni fa.

Don Lodolini trasformò la villa padronale in piccolo albergo per la gioventù, ricavando piccole stanzette e di fatto alterando la struttura originale. In una palazzina costruita più di recente all'interno del parco don Pietro ospitò a lungo gruppi di ragazzi senegalesi (i primi che approdarono a Rimini). Situazione che innescò non poche polemiche nel quartiere e che si risolse con lo sgombero forzato, quando, diversi anni dopo la morte del prete, i nuovi proprietari vollero prendere effettivo possesso della villa. Ma nessuno ci ha ancora abitato.

Da allora assomiglia ad un regno di fantasmi. Solo qualche lavoretto ogni tanto. Come la sistemata al parco, con l'abbattimento delle piante più alte e malate ormai giunte a rischio di crollo. Dall'esterno, sbirciando fra le inferriate del grande cancello, si nota che la costruzione perde i pezzi a ritmi scanditi dal tempo che passa. Osservando l'imposta che sbatte e la vetrata d'epoca rotta in più punti, i vecchi viserbesi ricordano il parco aperto al pubblico, i bambini giocare fra vialetti e panchine mentre le famiglie andavano alla messa nella cappella ricavata dall'autorimessa della contessa (anche questa ormai ridotta ad un mucchio di macerie).

E pensare che una struttura simile sarebbe un fiore all'occhiello per un quartiere come quello di Viserba, che si vanta di essere il più popoloso della città . Potrebbe essere un punto d'incontro per anziani o ragazzi oppure un centro culturale con biblioteca e sale mostre. Qualcosa di utile alla collettività . Posti come questo sono ormai rari ed é un vero peccato che rimangano inutilizzati e trascurati fino al degrado.
(photo by Vanhap)