Ravenna: 'La città d’arte perde i pezzi' La preoccupazione degli albergatori: 'Manca un vero piano strategico'
Notizia pubblicata il 17 febbraio 2009
Categoria notizia : Turismo
«LE PRESENZE aumentano e i visitatori ai monumenti diminuiscono. Significa che i turisti vanno solo a Mirabilandia. La città d’arte perde i pezzi e il parco sostituisce le quote di turismo venute a mancare nel centro storico».
Filippo Donati, albergatore e presidente di Asshotel, analizza il fenomeno convinto che le cause siano molteplici. «Gli hotel di Ravenna — continua — fanno marketing da anni, il consorzio Ravenna Incoming è considerato una delle eccellenze romagnole. Ma se sei costretto a offrire un prodotto incompleto, se al tavolo del turismo siede anche chi continua a pensare agli interessi individuali e non a quelli della città, le difficoltà ci saranno sempre».
Donati si riferisce ad esempio al ‘biglietto unico’, che costringe ad un ticket cumulativo anche se si vuole visitare uno solo dei monumenti dell’Opera di religione. «Bisogna capire — continua Donati — che il turista va dove vuole e quando vuole». Ma c’è dell’altro. «I turisti che a primavera pernottano in città — aggiunge — meriterebbero un riconoscimento per averci scelto, invece sono costretti a rimanere in fila, all’ingresso dei monumenti, dietro le gite scolastiche». E poi, sempre secondo il presidente di Asshotel , manca un vero piano strategico per il turismo. «Perché — aggiunge — non prevedere un sistema di segnaletica più esaustivo? Si discute, ma quasi mai del vero problema. Penso alle polemiche sui dehors, la Soprintendenza invece di porre veti, dovrebbe preoccuparsi di quello che Ravenna ha da offrire dal punto di vista artistico».
Sulla crisi della città d’arte insiste anche l’albergatore Maurizio Bucci. «Non sono i monumenti ad aver perso l’appeal, ma il turismo artistico. Oggi ad attirare sono le grandi mostre, basta vedere Forlì. Il Mar allestisce mostre belle e di qualità, che però non hanno la stessa capacità attrattiva di eventi qualitativamente minori. C’è anche il problema della promozione: per la mostra di Canova sono stati spesi parecchi soldi». E poi c’è Mirabilandia: «Il turismo da noi ha tenuto solo perché il parco è cresciuto. Sono aumentati i posti letto, ma l’occupazione alberghiera è diminuita».
PER ALBERTO Cassani, assessore alla cultura di Palazzo Merlato, non esiste un ‘caso Ravenna’. «C’è una tendenza nazionale — sottolinea — che potrebbe essere frenata se ci fosse un’organizzazione più razionale e coordinata. C’è bisogno di una strategia complessiva, nazionale, di valorizzazione dei monumenti. Ovviamente il percorso avviato per la candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura deve essere un volano per far crescere i flussi verso i siti artistici».a.c.