Gli ‘orfani’ della Bignardi fra sentimento e ironia.La conduttrice reduce dagli... scontri in tv
Notizia pubblicata il 27 aprile 2009
Categoria notizia : Eventi
DARIA, ‘regina’ dell’Era Glaciale, ha il batticuore. L’altra notte ha sognato che la Sala Estense era vuota e che il disegnatore chiamato a presentare il suo libro non arrivava. «Un incubo inevitabile, visto quanto sono emozionata».
Le interviste ‘barbariche’ e gli ultimi vivaci faccia a faccia col ministro Renato Brunetta o con Fabrizio Corona non sembrano aver temprato Daria Bignardi: «Mi sento molto esposta, l’incontro di stasera alla Sala Estense non è come le altre presentazioni di ‘Non vi lascerò orfani’. Ci sarà mia sorella Donatella, dolce complice di questo libro; ci saranno le amiche di mia madre, qualche mio compagno di scuola. Ma soprattutto è qui, dove tutto è successo; è la città in cui sono cresciuta e di cui mi sono ritrovata a scrivere».
— Il libro, che dà forma di romanzo al ricordo, muove dalla morte di sua madre. Al di là del successo che riscuote, sembra aver creato una comunità di... orfani.
«Ho incontrato persone, in queste ultime settimane, che mi confidano di aver vissuto episodi, tristi o gioiosi, molto simili a quelli che racconto nel libro.
Mi dicono addirittura quanto le loro madri e i loro padri assomigliavano a Giannarosa e Ludovico (i genitori della Bignardi, ndr). Queste testimonianze affettuose sono la prova che quando da adulto perdi la mamma o il papà, non sei corazzato rispetto alla profondità del dolore, al bisogno di rielaborarlo, di riviverne la semplicità. A me ha consentito di recuperare le radici, di non disperdere la memoria».
— Ma assieme a chi è stato colpito da questa intensità di sentimenti, ci sarà inevitabilmente anche chi, in lei, vede la conduttrice ‘glaciale’, capace di duellare polemicamente con Brunetta e Corona com’è accaduto venerdì.
«Non ho l’abitudine di cercare duelli televisivi, per alzare i picchi dell’audience. E’ successo, non è neppure un fatto di cui vado troppo fiera».
— Meglio Brunetta o Corona?
«Non sono paragonabili. Forse però Fabrizio Corona mi incuriosiva di più, è un personaggio che in qualche modo non mi spiego. Oggi è un’icona, un personaggio degli Anni Zero, incarna dei ‘nonvalori’ che però affondano nella società.
Dice che il suo grande sogno è vivere a Miami, stare sempre al sole e girare in motocicletta: sono idee infantili, ho trovato molte similitudini con i ragazzini descritti da Saviano in ‘Gomorra’. Non è un caso che il regista Nicola Garrone stia pensando di fare un film su di lui. In ogni caso mi è sembrato una persona molto triste».
— Ben diverso e più aggressivo il ministro Renato Brunetta, con cui sono scattate presto le scintille.
«Io non ero in gran forma, non ero riuscita a preparare l’intervista con l’accuratezza che in genere cerco di metterci. In lui ho percepito un pizzico di prevenzione nei miei confronti. Però non è stato un battibecco costruito, forse è uscita l’anima del programma e del mio modo di lavorare e di vivere».
— Che sarebbe? «Non pettinato, non abbastanza educato e, come scrivo nel mio libro, ‘besctia’ e ‘egoiscta’».
— Stasera lo presenta assieme a Gipi, un fumettista e disegnatore graffiante che tra l’altro ha realizzato la sigla del suo programma.
«E’ anche autore di una ‘graphic novel’ dedicata alla morte del padre: ci siamo trovati in grande sintonia pure per questo. Una persona intelligente, un animo sensibile».
— Giuri che non sarà un piagnisteo.
«Vuol scherzare! Gipi è brillantissimo. Mi conforta sapere che sia lui la mia spalla, sempre che l’incubo non si trasformi in realtà. Perchè ho ancora il terrore che la Sala Estense sia vuota, e il mio presentatore non arrivi a Ferrara. Oddio, cosa faccio?»
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