Dante e i peccator carnali passando per i vulcan-party
Notizia pubblicata il 05 settembre 2006
Categoria notizia : Turismo
PESARO - Davanti a lui non ci sarà la statua di Dante di Piazza Santa Croce, ma il castello di Gradara che si contende con altre rocche il bacio galeotto fra Paolo e Francesca. Con quello sfondo sarà facile per Roberto Benigni recitare il Canto V dell' Inferno, trattenendo il pubblico fra «dolci sospiri» e «dubbiosi desiri».
Chissà se conosce l' eterna diatriba fra i castelli malatestiani (Rimini, Santarcangelo, Verucchio, Montefiore e Gradara) che da secoli cercano di impossessarsi della scena più romantica e trasgressiva della Divina Commedia. Certo è che raccontare la storia dei «peccator carnali» con la vista del torrione dove si sarebbero incontrati i due amanti a leggere «per diletto di Lancialotto come amor lo strinse», aggiunge suggestione alla recita. Reduce dalle ovazioni fiorentine, Benigni porta un po' del suo Dante a Pesaro. Dopo undici anni, ha accettato l' invito di una Festa dell' Unità, questa volta nazionale. Per il suo arrivo, hanno costruito ex novo un' arena, capace di ospitare fino a 25mila persone.
«Tutto Dante e non solo», si intitola il recital che alternerà canti della Divina Commedia a inevitabili riferimenti all' attualità politica. E, considerando che il palco è quello della Festa dei Ds, non mancheranno battute a politici e gag sui tormentoni dell' estate: dai furbetti del quartierino a calciopoli, dalle feste mondane con tanto di vulcano nella casa di Berlusconi alle vacanze risparmiose di Prodi, dalle proteste dei taxisti e ferrovieri alle pensioni. Del resto Benigni ha sempre considerato Dante un poeta dell' attualità, capace di dare uno sguardo a temi ed emozioni eterne. «La mia non è una lettura classica - ha spiegato - , ma intercalata con commenti divertenti, perché Dante non parla del passato, ma del presente e del futuro delle persone, parla di come siamo fatti noi». Poi un accenno all' estate delle intercettazioni telefoniche. «Peccato che ai suoi tempi non ci fossero le intercettazioni - aggiunge l' autore toscano - . Nella Divina Commedia, che è un poema sull' umanità e sulla giustizia, chissà quanti altri gironi nell' Inferno avrebbe inventato, per i consiglieri, per i vice, per le porcellone, per i procuratori, per le concussioni. Per i leghisti? Quelli il girone se lo sono fatti da soli, ci ha pensato Calderoli».
Benigni arriva a Pesaro dopo una breve vacanza all' estero con la moglie Nicoletta. Dovrebbe sbarcare in riva all' Adriatico nel pomeriggio e per lui è già prenotata una camera in un albergo con vista sul mare. Ancora non si sa se visiterà la cittadella della Festa dell' Unità prima o dopo lo spettacolo. Si prevedono più o meno due ore di show, con selezione di brani fra le tre Cantiche. «Ad ogni canto mutano gli stili e le emozioni - dice Benigni del suo recital - perché Dante sa volare alto tra etica e filosofia, ma se si arrabbia non regge le passioni e il linguaggio cambia. Dalla religione all' avanspettacolo, da Dio a Totò e Peppino». Benigni ha come obiettivo di far apprezzare Dante ad un pubblico vasto, coinvolgendo spettatori di tutte le età. «Ho fatto la scommessa di arrivare ai bambini e alle nonne, con uno spettacolo popolare di piazza, come una di quelle serie che finisce con i puntini e non vedi l' ora che arrivi la puntata seguente, una cosa che non ho mai fatto e ho sempre sognato di fare, tenere la gente col fiato sospeso.
Per me è una gran festa». Benigni recita a memoria ogni passo, spostandosi con facilità dall' Inferno al Purgatorio, fino al Paradiso. Per fare in modo che tutti capiscano spiega a proprio modo il canto, con metafore divertenti ma colte che denotano una padronanza totale del poema.
photo by: http://www.flickr.com/photos/kimberlyfaye/