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Danzando all’Inferno contro la gravità Stasera debutto all’Arena

Notizia pubblicata il 29 gennaio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


DALLE ARTI marziali alla danza il passo è breve. Parola di Emiliano Pellisari, regista e autore teatrale romagnolo ma romano d’adozione, che dal 2005, pur senza aver mai mosso un passo di danza, si dedica a tempo pieno, e con soddisfazione, alla realizzazione di coreografie per spettacoli di danza (che lui stesso dirige), e che hanno riscosso molto successo.

«Il mio sport — spiega — erano le arti marziali e poi c’era la passione per il teatro. Tutto è nato quando nel 2005 stavo allestendo Daimon. Nasceva come spettacolo teatrale ma in corso d’opera mi sono accorto che per il tipo di esigenze che richiedeva, occorreva cercare dei ballerini e non degli attori». Daimon segna l’inizio di una serie di spettacoli che potremmo definire di teatro-immagine, tutto giocato sul movimento del corpo e senza l’ausilio di alcun elemento tecnologico o virtuale, eccetto per gli effetti di luce che contribuiscono a dare quel senso di rinascimentalità tanto caro a un autore che, nelle sue coreografie, scava continuamente alla ricerca delle radici della nostra cultura. Dopo Daimon arrivano, Nogravity e Comix. Quest’ultimo richiama il lavoro di Moses Pendleton con i Momix. Ma guai a farglielo notare.
«ECCETTO forse che in Comix — continua il regista — non sento di avere nulla in comune con Momix. Ho un enorme stima per Pendleton e per la sua compagnia (peraltro con alcuni di loro ho anche collaborato). Ma io sono italiano, non americano. Io faccio qualcosa che nasce dal teatro del rinascimento e dal barocco, si tratta di radici culturali antiche che gli americani non hanno. Loro non sanno neanche cosa siano i libri e forse, a stento, leggono Topolino. E poi nei miei spettacoli c’è tutta l’allegria e la solarità del mio essere romagnolo, mentre Pendleton si concentra sulla perfezione stilistica trasmettendo però una certa pesantezza dello spettacolo anche per la scelta delle musiche, sempre molto lugubri!».
DA STASERA (ore 21) sarà all’Arena del Sole di Bologna con il suo nuovo spettacolo Inferno, totalmente autoprodotto, ispirato naturalmente all’opera di Dante Alighieri. Di cosa si tratta?
«E’ uno spettacolo in cui reinterpreto l’immaginario dantesco in maniera astratta. Per paura di cascare nel ridicolo, ho scelto di ricorrere a rappresentazioni astratte dei luoghi infernali. Tutta l’architettura dantesca, le scenografie, scale, porte, finestre, vengono costruite con i corpi nudi dei danzatori. Sono gli stessi corpi dei dannati ad esprimere anche la geografia dell’inferno che di per sé è assolutamente vuoto».

foto by http://www.flickr.com/photos/petersmile/