Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

La carriera di Alan Cappelli

Notizia pubblicata il 19 agosto 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


QUANDO Alan Cappelli decise di prendere qualche lezione di batteria mai e poi mai avrebbe immaginato che un giorno quell’infarinatura (di uno strumento che però ho abbandonato abbastanza presto a favore del pianoforte perché ne avvertivo la limitatezza, essendo solo ritmico) gli avrebbe aperto le porte dello showbiz (è il batterista della Tband negli spot-cult di Gabriele Muccino per la Tim)

Perché lui, riminese di 22 anni compiuti il 10 agosto, il pallino dello spettacolo l’ha sempre avuto. Nato in una famiglia di artisti per mestiere e per passione (la madre, belga di Anversa, è violinista, suo nonno direttore d’orchestra, il padre Alessandro, cesenate, di professione commerciante, ha sempre invece amato la recitazione sia pure a livello dilettantistico), al momento della scelta delle superiori ha optato per il liceo della comunicazione «dove tra le materie curriculari c’erano cinema, teatro, radio e tv».
Ma la vera vocazione qual era?
«Il cinema era la strada che sentivo come sbocco professionale mentre la musica la vivevo più come hobby pur considerandola fondamentale per la mia formazione. Comunque appena finita la quinta liceo ho fatto il fattorino che portava gli asciugamani in spiaggia per il Grand Hotel e ho messo da parte i soldi necessari per andare a Roma, ufficialmente per seguire i corsi di Architettura, in realtà per provare a entrare al Centro sperimentale di cinematografia che tuttora frequento».
Nel mezzo c’è anche un’apparizione ad ‘Amici’...
«Due puntate, alla seconda sfida Carlo Giuffrè mi ha eliminato perché mi riteneva più cinematografico che teatrale. Una bocciatura che per me è stato un complimento visto che è proprio quello che voglio fare. L’esperienza comunque è stata altamente formativa perché gli insegnanti mi hanno fatto capire che avevo un bel talento sennò manco mi avrebbero fatto fare una puntata. Lo stimolo a fare il provino al Centro Sperimentale è venuto da lì...».
Lo spot invece com’è arrivato?
«Una volta al Centro, sono subito entrato in un’agenzia di spettacolo e ho cominciato a fare casting ricevendo però regolarmente porte in faccia finché sono stato preso per reclamizzare La storia siamo noi, i fascicoli legati alla trasmissione di Minoli. A distanza di un anno è venuto buono il detto ‘impara l’arte e mettila da parte’. Grazie alla mia perizia come batterista, ma anche come pianista, attore, cantante, ho superato i provini e mi sono ritrovato dentro un’operazione enorme».
Che però sta modificando le sue ambizioni iniziali...
«In un certo senso la musica sta assumendo adesso un ruolo centrale nella mia vita. Fino alla vigilia di Ferragosto siamo rimasti chiusi in studio a Milano a registrare il nuovo singolo della Tband che uscirà a settembre. Dopo Amici ho ritrovato anche Luca Jurman come direttore artistico, ma soprattutto sto seguendo corsi musicali intensivi per migliorare gli skills. La Sugar crede in noi e siamo già in pieno brainstorming per altri cinque pezzi inediti che Caterina Caselli ha deciso di produrre».
E il cinema?
«Le proposte mi arrivano. In ballo c’è un progetto sull’Abruzzo cui tengo molto anche per motivi sociali e che certo renderà la gestione della miavita assai più complicata. Perché adesso la Tband sta diventando una realtà autonoma, impegnativa ma anche di grande soddisfazione e tende ad assorbire tutto il tempo. Il 22 peraltro, con gli altri, cominceremo a girare il sesto episodio pubblicitario».
Un’estate di solo lavoro?
«Da oggi mi prendo qualche giorno di riposo a casa, a Vallugola, nel parco San Bartolo. Ho la piscina e i miei affetti intorno».
Per le fan che ormai l’assediano su Facebook, single o impegnato?
«Non sono fidanzato».
Com’è possibile per un sosia di Robert Pattinson?
«In effetti quando a Montepulciano mi hanno fatto fare la sua controfigura sul set del sequel di Twilight, New Moon, c’erano orde di ragazzine che mi fotografavano, ma soprattutto fotografavano i miei piedi».
Un caso di feticismo...
«Più che altro quando mi sono presentato per aiutare la produzione come assistente, hanno cominciato a prendermi le misure, a dirmi che i capelli erano uguali a quelli del protagonista. Insomma nelle scene in piazza prima mi usavano per gli stand-in luci, poi hanno registrato in pellicola i miei piedi invece dei suoi. E le 5000 fan che presidiavano la location hanno cominciato a prendere di mira i piedi per una foto ricordo».

foto by http://www.flickr.com/photos/3l3na88/