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Mix di sapori esotici alla tavola multietnica degli Hotel di Bologna

Notizia pubblicata il 25 aprile 2010



Categoria notizia : Hotel


ALLA fine qualcuno ha addirittura abbozzato una ola per esprimere l' entusiasmo che si respirava nella biblioteca della Cineteca. Ma questa volta il tributo non era indirizzato verso l' ennesimo capolavoro di Chaplin o di Sergio Leone recuperato dagli infaticabili ragazzi di Farinelli. NO, la ola nel salone dalle linee postindustriali di via Azzo Gardino, era per l' ennesima portata di crescentine fumanti che arrivavano dalle cucine "da campo" improvvisate nell' atrio.

Una sala da pranzo in biblioteca con quasi cento commensali che tra volumi e pellicole sgranocchiano gnocco fritto e salame rosaè lo spettacolo delle cenea tema. Pasta ripiena o maiale, gelato o vitellone: si sceglie un filone, si chiama un intrattenitore, ci si mette a tavola in un bel posto. In più, di solito, con prezzi più che abbordabili. Così Bologna riscopre gusti antichi, la voglia di mettersi a tavola e anche un po' di cultura culinaria. Ormai è una moda. Non è solo la Cinetaca. Venerdì sera nel ristorante dell' hotel Roma, arredamento liberty come in origine, sono andati in scenai tortellini.
All' ex Ambasciatori, sempre in mezzo ai libri, ma questa volta sul tema di grandi cuochi invitati per l' occasione, lo scorso inverno sono andate in onda una serie di serate affollatissime. All' hotel "I Portici", ambiente elegante del vecchio teatrino recuperato, Guido Haverkock, chef "stellato" che ha lavorato con Heinz Beck alla Pergola, ha condotto il suo pubblico in una serie di serate culinarie. E altri, non solo in centro, anche in periferia come il Re di Coppe. La ricetta indovinata delle cene a tema è un mix di aria confidenziale e buon cibo. In Cineteca il maestro di cerimonia è Vito. Pardon sono i genitori di Vito, i signori Bicocchi, che mentre il figlio, chef e attore, parla e presenta i piatti, stanno ai fornelli. Sui sabadoni con la saba fatta in casa hanno sfiorato il paradiso.
Consorzio Università-Città e Cineteca sono i promotori; il poliedrico Angelo Varni è la mente e il supporter; Vito l' anima che sul palco riesce a diventare la colonna sonora del pranzo. In inverno sono andati in scena gli insaccati cotti (cotechino, zampone, cappello da prete e soci); in giugno andranno le crostate. Unico requisito indispensabile: prodotti della nostra terra con i produttori sul palco a raccontare le loro storie. Stesse prerogative per il Roma. Una cena con sette diverse versioni di tortellini, da quelli "blasfemi" col pesce a quelli settecenteschi di Bartolomeo Scappi, sono un marchio che non ha bisogno di spiegazioni. Una manager di origini veneziane ma bolognese d' adozione come Cristiana Nalin (direttrice dell' hotel) e un vecchio lupo del giornalismo come Gabriele Cremonini hanno inventato e animano le serate.
Un modo per lanciare il "C' era una volta" come ristorante di un albergo dove però l' occhio è sulla qualità. In cucina Michele Mandolesi e Marco De Santi garantiscono che la tradizione e l' innovazione sui temi bolognesi siano eseguite a regola d' arte. I ricchi tortellini cotti nel povero brodo di fagioli sono una delle loro applaudite riscoperte. E visto il successo anche qui le cene continueranno. Più estemporanee le serate dei "Portici". Poco di bolognese, ma molto da gustare quella ideata da Terzi (dell' omonimo bar di via Oberdan) tutta dedicata ai caffè. In estate le serate si trasferiranno in giardino. Ma anche qua la formula è la stessa: lo chef Haverkok ai fornelli, i vini di gran classe dell' Enoteca Italiana e un narratore sul palco (in passato l' attrice Tita Ruggeri) mentre la gente mangia. Perché nelle cene a tema al di là di tutto - ambiente suggestivo, cibi buoni, intrattenitori competenti - quello che pare affascinare i commensali è quel clima disteso che solo la tavola riesce a dare