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Turismo tra crisi e sfida dei prezzi. Timori per la ‘stagione’, aumenti massimi nell’ordine del 2, 3 per cento

Notizia pubblicata il 17 febbraio 2009



Categoria notizia : Turismo


FRA GLI OPERATORI turistici c’è molta preoccupazione per la prossima stagione. Le prenotazioni vanno a rilento. A causa della crisi le famiglie hanno meno disponibilità per le vacanze.

Di fronte al continuo aumento dei prezzi dei generi di prima necessità e dei servizi, gli operatori turistici hanno il problema di adeguare i prezzi ai costi di gestione e di contenerli al massimo perché il costo della vacanza è determinante per la scelta della località, dell’albergo o della casa. Gli albergatori hanno effettuato in settembre la denuncia dei prezzi 2009 che possono modificare entro il 1 marzo.

«La stragrande maggioranza dei nostri associati — afferma Terenzio Medri, presidente dell’Associazione albergatori Ascom — manterrà i prezzi 2008; se ci saranno aumenti, saranno contenuti al massimo e legati al costo della vita, quindi nell’ordine del 2-3 per cento. Ma dobbiamo fare in modo di rispettarli e nemmeno di svendere il nostro prodotto, per esempio in caso di gruppi, per avere un minimo di copertura dei costi. Dobbiamo continuare a contenere costi e prezzi, ma anche fornire un servizio adeguato. Molti non hanno ancora stampato i listini perché vanno avanti col prezzo dell’anno scorso. Hanno aumentato solo quelli che hanno ristrutturato. Gli albergatori hanno una gran voglia di investire e questo è un fatto positivo».

«Dalla nostra assemblea di fine stagione 2008 — informa Roberta Penso, presidente di Asshotel-Confesercenti — in vista della denuncia delle tariffe alberghiere 2009, uscì l’orientamento di contenere l’aumento entro l’inflazione programmata e comunque non oltre il 2-3 per cento. Fra l’altro è interesse dell’albergatore contenere i prezzi in un periodo di contrazione della domanda e di concorrenza esasperata e, mediamente, le indicazioni vengono rispettate. Va però ricordato che tali previsioni vengono fatte ‘al buio’, ossia con un anno di anticipo, quando non si conoscono gli aumenti di fine anno indotti anche dalla Legge Finanziaria. Si pensi solo alle utenze, al costo dell’energia, che si riflette sui trasporti, e quindi sul costo delle merci e dei servizi. Sono sempre di più gli operatori che devono ricorrere alla scadenza del 1 marzo per adeguare le tariffe. Abbiamo più volte proposto di posticipare la scadenza della denuncia dei prezzi o, meglio, di sopprimerla. In un mondo in cui si liberalizza tutto, noi restiamo una delle poche categorie ad avere quest’obbligo. C’è anche da dire che i prezzi denunciati sono spesso ‘prudenzialmente’ più alti di quelli praticati e questo è un errore».

«COSA succederà nei prezzi è difficile dirlo — aggiunge Danilo Piraccini, presidente della Cooperativa Bagnini — siamo in un momento di gravissima crisi. Il dato sconcertante è che, a due mesi dall’inizio della stagione, nulla è stato fatto per arginare eventuali perdite di mercato. Non è stato stampato nemmeno l’elenco degli alberghi. I momenti difficili si superano solo con l’unione, la condivisione e la progettazione di strategie mirate, lasciando da parte le polemiche e le antipatie personali. Già prima di Natale avevamo dato la nostra disponibilità ad incontrarci con tutte le componenti turistiche per studiare una soluzione, anche economica, condivisa e col sacrificio di tutti, ma la nostra proposta è passata inascoltata. Il rischio di questa inerzia è che, come al solito, ognuno farà per sé con sconti sui listini anche a due cifre, meno assunzioni e caduta di qualità per recuperare i costi».

foto by http://www.flickr.com/photos/42903611@N00