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La crisi colpisce anche i parroci. Stipendi ridotti
Notizia pubblicata il 16 novembre 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Anche i preti piangono miseria. In tempo di crisi calano le offerte e lo stipendio non basta più, quindi : Offerte, si può fare di più. Come titola Bologna Sette, settimanale della Curia bolognese
allegato al quotidiano dei vescovi Avvenire, che chiede ai fedeli di aprire il portafoglio per sostenere lo stipendio di parroci e vescovi. Richiesta d'aiuto che non è solo economica perchè -diventare preti con stipendi quasi da fame - scrive Maurizio Martone, Incaricato diocesano per il Sovvenire - e prestigio in calo".
A leggere l'articolo torna in mente la “Messa è finita”, film del regista Nanni Moretti che nella sua opera affrontò la solitudine, le difficoltà, il calvario quotidiano di un sacerdote in una piccola parrocchia di periferia. Sopraffato dai problemi, pensò di fare le valigie per raggiungere una sperduta missione in Artide. Quadro ad alto livello di pessimismo, tipico e nel Dna del regista, che
probabilmente non coincide con la quotidianità dei preti bolognesi. Il problema economico e sociale però resta.
Un Calvario. Almeno per Martone che brilla per chiarezza nel suo articolo: "Fare il prete, essere parroco, oggi, è veramente una missione: le difficoltà sono tante, l'ambiente, sia quello familiare, sia quello sociale, non è più quello nel quale l'ordinazione di un nuovo sacerdote era considerato un dono grande". Oggi le famiglie si svenano per i figli ma per agguantare "professioni di prestigio anche economico - invece di "una vita quotidiana con impegni molteplici e sempre più difficili da eseguire per la mancanza ormai cronica di confratelli che possano dare una mano nelle Messe o per confessare in parrocchia!".
Mancano braccia, menti e anime: "È sempre in diminuzione il numero complessivo dei sacerdoti: quelli che muoiono superano il numero di quelli che vengono ordinati". Insomma, crisi piena di vocazioni. E chi resiste, secondo Bologna Sette, deve sopravvivere con magri stipendi: 883 euro netti per un neo sacerdote; 1376 per un vescovo di 75 anni ai limiti della pensione. Per di più "Non c'è la tredicesima".
Gli stipendi vengono pagati grazie ai contribuenti, anche non cattolici, con l'otto per mille che copre ben il 61% del costo totale dei sacerdoti. Il restante viene pagato grazie alle offerte dei fedeli, "in questi anni hanno avuto una certa flessione", ma in parrocchia si raccoglie poco: "Qui viene il bello: l'ammontare delle offerte deducibili dei fedeli contribuisce, attualmente, soltanto per il 3% del fabbisogno complessivo". Per fortuna c'è lo Stato, quindi i contribuenti, con l'otto per mille.
Dipinto il quadro di bisogno dalla Curia arriva il richiamo ai fedeli: "Bisogna correre ai ripari per non mettere in pericolo il sistema del sostentamento". L'invito è quello di recarsi alle poste, "per fare uno o più versamenti ", compilare, versare soldi e spedire.
Nuovi Parroci. Seppur la situazione viri sul grigio arrivano nuovi parroci. Come Don Giuseppe Scimè che da sabato prossimo, dopo la cerimonia con il cardinale Carlo Caffarra, prenderà servizio alla parrocchia di S. Egidio. Il religioso, 52 anni, che dopo una “carriera” laica ma a servizio della chiesa ha preso i voti. Attività intellettuale e di studio prima di calarsi nel lavoro sul campo. La vocazione? "È nata da una conversazione tra don Giuseppe Dossetti e il cardinale Biffi - dice a Bologna Sette -. Fu chiesto a me e a mio fratello di diventare presbiteri ". Preti pur nella recessione