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Cripta Rasponi e Giardini Pensili Ravenna
Notizia pubblicata il 13 settembre 2009
Categoria notizia : Turismo
OGNI città ha angoli nascosti, sconosciuti anche a chi vi abita quasi accanto, ma densi di bellezza e storia. Si potrebbe citare la Fontana delle Rane, nel quartiere Coppedè di Roma, del 1924; ma è sicuramente il caso della Cripta Rasponi e dei giardini pensili del Palazzo della Provincia, realizzato da Giulio Ulisse Arata praticamente negli stessi anni. I due gioielli architettoni e naturali sono stati compiutamente restaurati dall’amministrazione provinciale e da oggi tornano visitabili grazie alla gestione della Fondazione RavennAntica che ne curerà la fruizione pubblica dopo la convenzione siglata con la Provincia (l’inaugurazione si è svolta ieri alle 17.30).
«Il complesso edilizio — spiega l’architetto Paolo Bolzani, che ha curato i nuovi allestimenti dei due spazi — sorse sui ruderi di Palazzo Rasponi, una fra le tante residenze dell’antica famiglia gentilizia ravennate. Fu costruito nel XVIII secolo, quasi a completare gli spazi attorno alla zona dantesca, fra la basilica di San Francesco e la tomba del Sommo Poeta. Nel 1895 i Rasponi vendettero il Palazzo a un ex cameriere, Geremia Zoli, che lo trasformò nel più lussuoso albergo della città, l’hotel Byron. Le eredi di Zoli lo cedettero alla Federazione delle cooperative nel 1918: questo simbolo del socialismo ravennate venne bruciato dai fascisti nel 1922. Poi, dopo alterne vicende, fu ricostruito e, grazie a Corrado Ricci, divenne il Palazzo della Provincia». La cripta è il nucleo più antico del complesso architettonico originale; è impreziosita da mosaici pavimentali del sesto secolo che provengono dalla zona di Classe e che appartennero probabilmente alla basilica di San Severo.
«ALLA fine del Settecento — spiega Elsa Signorino, presidente di RavennAntica — era pratica comune attingere dal patrimonio artistico di Classe, ormai spopolata, quasi fosse un ‘magazzino’ di materie prime». L’allestimento curato dall’architetto Bolzani ha previsto una passerella in cristallo, per evitare che i mosaici possano essere danneggiati dai visitatori. Al centro del giardino pensile, spiccano il voltone Rasponi, grande terrazza ad archi che connette il palazzo al campanile della basilica di San Francesco; e la torretta neogotica. Il nuovo percorso si completa con la grande fontana all’inizio del giardino e l’atrio d’onore, che si affaccia in piazza San Francesco: punto di partenza e ‘vetrina’ per tutto il Sistema museale provinciale. «Questi due nuovi tesori — conclude Elsa Signorino — vengono inseriti nel circuito di valorizzazione dei beni archeologici e artistici della città insieme alla Domus dei Tappeti di Pietra e a San Nicolò. Ancora una volta contribuiamo a restituire al pubblico testimonianze eccellenti della storia della città». Fino all’1 novembre la visita al Palazzo sarà gratuita.