Ferrara Coro Polifonico di Santo Spirito. «Tanta passione e pochi soldi».A fine stagione il presidente Vignolo confida soddisfazioni e problemi
Notizia pubblicata il 30 aprile 2009
Categoria notizia : Musica
LA STAGIONE musicale del Coro Polifonico di Santo Spirito, dopo l’apertura ai Teatini del 4 dicembre scorso con il concerto dedicato alle ‘Ave Maria dal ‘400 ad oggi’, è continuata in febbraio con l’esecuzione della ‘Missa sopra l’aria della Monica’ di Girolamo Frescobaldi.
Tale composizione, solitamente eseguita solo dall’organo e raramente accompagnata dal coro, ha dato un nuovo spunto alla formazione ferrarese, oramai come da tradizione, di eseguire partiture poco conosciute o mai eseguite. In quest’ultima produzione musicale, diretta dal Maestro concertatore Luca Belloni, è stata coinvolta la Schola Gregoriana dell’Accademia dello Spirito Santo, che ha cantato tutte le antifone, mentre l’Ensemble strumentale Accademia dello Spirito Santo ha accompagnato utilizzando per l’occasione strumenti dell’epoca barocca.
Il 7 aprile, invece, è stata la volta della monumentale ‘Passione secondo San Giovanni’ di J.S. Bach, eseguita assieme all’ensemble cremonese ‘I Virtuosi delle Muse’: si è celebrata in questo modo un’altra tappa della importante collaborazione che vede le due formazioni impegnate a riproporre, nell’arco di alcuni anni, una parte significativa dell’opera sacra dell’indiscusso maestro della musica barocca, grazie al progetto ‘Il Kantor a Ferrara’.
Il 15 maggio prossimo la stagione artistica si chiuderà come è iniziata: alla chiesa di San Maurelio, infatti, il coro interpreterà le più belle Ave Maria mai musicate.
Presidente Vignolo, una formazione che esiste da più di vent’anni: qual è il segreto?
«Il Coro continua ad esistere per la passione dei singoli coristi e grazie alla volontà di andare avanti per migliorarsi sempre. Infatti al suo interno ci sono ancora molti elementi della formazione originaria risalente al 1986, e nonostante il trascorrere del tempo, hanno ancora l’entusiasmo del primo giorno».
Ma per per le produzioni musicali servono fondi...
«Ci hanno sempre aiutato gli sponsor istituzionali: oltre al Teatro Comunale e alla Fondazione Carife, nostri partner principali, cerchiamo sempre di coinvolgere nei nostri progetti anche altre istituzioni cittadine. Tuttavia per migliorare la qualità abbiamo bisogno costantemente di fondi, la passione da sola non basta».
Quali sono le maggiori difficoltà che si incontrano nell’organizzare un concerto?
«Ultimamente incontriamo dei problemi nel sostenere i costi delle produzioni soprattutto per i cachet degli strumentisti italiani, i quali, nonostante il taglio al Fondo Unico dello Spettacolo, aumentano i loro compensi rendendo ancora più difficoltosa la realizzazione di un concerto. Abbiamo notato che, a parità di qualità, conviene richiedere la collaborazione di artisti dall’estero».
Cosa si auspica per il futuro?
«Attualmente mi sforzo di condividere i nostri progetti con le realtà locali e prendo atto delle collaborazioni che si sono avviate tra alcuni organismi musicali ferraresi nel corso dell’ultimo anno. Mi auguro che in futuro si possano maggiormente condividere le nostre idee - che non mancano - con i diversi soggetti che operano in ambito culturale-artistico nella nostra provincia per sensibilizzare ulteriormente gli enti coinvolti all’interno di questi progetti».
Ma il pubblico ferrarese risponde ai vostri appuntamenti musicali?
«I nostri concerti hanno sempre un’ottima affluenza perché Ferrara è una piazza musicalmente sensibile ed educata, in grado di riconoscere un prodotto musicale di buon livello».
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