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Il coro della Chiesa dei Santi Bartolomeo e Marino

Notizia pubblicata il 07 marzo 2011



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Tra i capolavori dell’epoca rinascimentale, Rimini custodisce uno, poco conosciuto ma molto prezioso: il coro della Chiesa dei Santi Bartolomeo e Marino, più conosciuta come la chiesa di Santa Rita. Questa opera presenta l’applicazione della prospettiva geometrica rinascimentale teaorizzata da Leon Basstista Alberti.

L’intarsio è in legno, una finestra dove non si vedono le imposte che invece fanno parte di altre opere rinascimentali come la famosa ‘Lo studiolo’ di Fedrico da Montefeltro a Urbino.

Non ci sono figure umane sugli schienali dei sedili del coro di Santa Rita, ma solo affascinanti vedute urbane realizzate con legni di diversi colori ed essenze che in prospettiva con incastri lignei ci portano tra imponenti chiese, palazzi, archi, campanili, mura di cinta merlate e torri. L’occhio riesce a constatare la profondità e il volume dei disegni, separando ogni seduta grazie alle cornici geometriche e ai pilastri corinzi. Sui diversi sedili si possono trovare le figure che rappresentano un’esistenza meditativa come un libro aperto che rappresenta lo studio, un secchiello con espersorio per l’acqua benedetta che rappresenta la religione, una gabbietta con uccellino che simboleggia la musica, un poliedro per la matematica e un grappolo d’uva per l’attività agricola.

Gli intarsiatori hanno voluto lasciare una traccia della dignità del loro laovoro, lasciando un contenitore con sgorbie (gli strumenti utilizzati per intarsiare il legno) che è stato appoggiato su un volume chiuso. Molto probabilmente l’opera è stata realizzata da artisti veneti come quelli della bottega dei fratelli Canozi da Lendinara (Rovigo). In Emlia Romagna e nel Veneto, Cristoforo e Bernardino Canozi erano abili intarsiatori attivi tra il Quattrocento e Cinquecento.

I mirabili sedili sono stati realizzati nel 1494, data che è emersa sul retro del coro durante i lavori di restauro nel 1975.