Cooperazione, parlano le Ong
Notizia pubblicata il 06 febbraio 2009
Categoria notizia : Turismo
Associazioni, fondazioni, onlus e Ong. Arrivano lettere, mail e interventi, molte pure sul sito napoli.repubblica.it, in difesa dei progetti di Isadora D' Aimmo, uno dei 15 componenti dell' affollata squadra di Dino Di Palma in Provincia, assessore con deleghe alla Pace, alle politiche dell' immigrazione e alla cooperazione internazionale.
Un sostegno a tutto campo, per la sua opera, giunge dagli operatori impegnati nel mondo per la realizzazione dei programmi finanziati dall' ente di piazza Matteotti, con una cifra tra i 500 e i 600 mila euro annui. Giovanni Russo, associazione "Sotto e n' coppa" per un commercio equo e solidale, rivendica «il lavoro onesto e duro che associazioni e istituzioni hanno portato avanti in questi anni e che non può essere ridicolizzato».
Protesta indignata Stefania Montagnani, professore di Anatomia umana. Osvaldo Cammarota racconta la sua esperienza nello stato del Parà, in Brasile: «L' impatto ambientale, sociale ed economico di due grandi industrie è stato tale da sconvolgere l' economia dei luoghi. La Albras produce alluminio e l' Electronorte produce energia elettrica prevalentemente al suo servizio.
A fronte della esigenza di coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale e sociale, lo Stato del Parà ha ritenuto interessanti le idee e le strategie di sviluppo inclusivo sperimentate in Europa nel decennio passato, e ha ritenuto utile uno scambio di esperienza con la Provincia di Napoli e l' Agenzia locale di sviluppo Città del fare». Progetti differenti da quello che ha acceso il caso: l' esportazione del seme di bufalo campano per le gravidanze delle bufale del Mozambico.
Chiara Attanasio scrive al sito di Repubblica dichiarandosi membro di SIVtro Campania, «una delle poche realtà positive che si configurano a partire dal nostro territorio: la nostra associazione è aperta a chiunque, con cognizione di causa, voglia confrontarsi in modo che il nostro operato sia migliore». In difesa dei progetti di Isadora D' Aimmo intervengono pure Marasangiov, Philnavy, Cinemaediritti, Domenico Vecchio (pure lui di Veterinari Senza Frontiere: coglie una «disdicevole approssimazione»), Giraffe, Datolo, Carmeladacierno, Robykika, Fly99: «Se questi sono i soldi effettivamente utilizzati per i progetti, non mi sembra una cosa malvagia».
Perplessità vengono da Pasquale003, Seneca e da Tpaolot, il quale parla «di sostegno a iniziative sicuramente non improvvide, ma altamente improbabili». Marika Visconti, presidente di Less onlus, racconta il suo stupore per le critiche e le polemiche «nei confronti di un intero settore dell' economia di sviluppo quale quello della cooperazione internazionale». Difende il lavoro di Less, che peraltro nessuno ha attaccato, presente «da anni sul territorio della provincia di Napoli realizzando servizi e interventi che abbiano come obiettivo la lotta all' esclusione e alla marginalità sociale e la tutela dei diritti umani». Rocco Conte, portavoce del Coordinamento delle Ong e delle associazioni di solidarietà internazionale della Campania, coglie grossolani errori di geografia nel racconto dei progetti: «Comé e Houeyogbé - ammonisce - sono municipalità dello Stato africano del Benin, e sono piuttosto lontani dalla costa caraibica. è fin troppo facile criticare l' operato dell' assessore D' Aimmo perché coraggiosa, intraprendente e infaticabile».
Ma è all' assessore D' Aimmo, finanziatrice del progetto, che va girata l' obiezione su quanto distanti siano Benin e costa caraibica: sulla mappa dei programmi, l' Osservatorio dell' assessorato sulla cooperazione decentrata colloca la comunità Garifuna sul territorio dell' Honduras. Sergio Cipolla, presidente della Ong Cooperazione Internazionale Sud Sud, protesta e fa notare che «nel telefonino usato ogni giorno c' è un materiale che si chiama Coltan, che si trova quasi soltanto in Congo, e che per fare arrivare a noi a un prezzo basso quel minerale ci sono stati quasi tre milioni di morti e la distruzione di quel paese». Così, si chiede «perché si trova normale usare il telefonino a Napoli, ma non che la Provincia faccia qualcosa per quelle che in fondo sono le vittime di quel telefonino». Il riferimento al Congo è per la massima esposizione mediatica del Coltan e per le drammatiche implicazioni sociali del suo commercio. I maggiori giacimenti mondiali sono in Australia occidentale, Nigeria e Brasile.
Ma come si regolano altrove? La Provincia di Modena prevede che bisogna aver operato almeno 2 anni sul territorio per accedere ai bandi. Finanzia fino al 60 per cento del progetto. Il requisito territoriale è previsto anche dalla Provincia di Milano e di Roma. Luigi Rispoli, capogruppo di An nell' attuale consiliatura, uno dei grandi accusatori dei progetti di Isadora D' Aimmo, eccepisce: «Le associazioni che hanno sede legale fuori dalla Provincia di Napoli, secondo il regolamento sui contributi, non potrebbero essere destinatarie di interventi».
Ce ne sono? La Provincia di Napoli risulta in cooperazione con la Fondazione Pangea Onlus, che ha sede a Milano; con la Sud Onlus, sede a Roma; con la comunità papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi, che ha sede a Rimini e un ufficio che serve pure la Campania, sebbene raggiungibile a un numero di telefono che ha per prefisso 0775. Il distretto di Frosinone.
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