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Conferenza dei Presidenti associazioni emiliano-romagnoli nel mondo

Notizia pubblicata il 07 ottobre 2009



Categoria notizia : Cultura


Bologna - Si è aperta a Bologna, nell’aula polivalente della Regione, alla presenza dei gonfaloni di numerosi enti locali, la Conferenza dei presidenti delle associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo, per un confronto – che proseguirà fino a venerdì - sulle politiche regionali per l’emigrazione, sull’andamento della legge regionale di riferimento e sui progetti proposti sia dalla Regione sia dalle associazioni all’estero.

“Possiamo dire di avere creato, in questi anni, una vera rete associativa – ha affermato la presidente della Consulta Silvia Bartolini aprendo i lavori - Una rete che sta crescendo perché ci siamo sempre mossi su un doppio binario: quello dei valori e quello della concretezza. Abbiamo cercato di operare valorizzando la cultura della memoria e il radicamento delle istituzioni che operano in questo settore, non solo qui in Italia ma anche all’estero. Il nostro compito è tenere i rapporti con le comunità all’estero in modo nuovo e qualificato, far conoscere l’Emilia-Romagna com’è oggi, con i suoi valori e le sue peculiarità che la rendono una delle prime regioni europee, sia dal punto di vista economico sia come qualità della vita”.
Un caloroso benvenuto è stato espresso nel suo saluto dalla presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Monica Donini. ”La vostra esperienza – ha detto – serve non solo per celebrarci come appartenenti a una stessa identità culturale, ma anche per comprendere meglio alcuni fenomeni della globalizzazione”. “Voi – ha commentato la Donini – vivete in altri paesi, con le vostre famiglie, conoscete sistemi diversi e potete confrontare i diversi modelli, arricchendovi e arricchendoci. Stando insieme e trasferendoci le nostre diverse esperienze, possiamo contribuire al miglioramento della società”.
Elio Carozza, presidente del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie) ha lamentato nel suo intervento l’assenza dello Stato in questi ultimi mesi nei confronti degli italiani all’estero. “Una situazione che non si avverte in Emilia-Romagna - ha riferito - dove l’associazionismo viene sostenuto e troviamo un esempio positivo di come mantenere i rapporti con gli emiliano-romagnoli all’estero”. Carozza ha poi parlato della Conferenza Stato-Regioni Cgie , auspicando un seguito del dettato legislativo che ha dato vita a questo organo. “Bisogna guardare agli italiani all’estero come a un sistema-paese” ha concluso.
“La scelta che tutti insieme abbiamo fatto è stata quella di investire sulle associazioni, sugli emiliano- romagnoli nel mondo, con un’ambizione e uno spirito nuovo, ossia con la volontà di promuovere quella che è una sfida per voi e per noi: far sì che l’esperienza della associazioni non sia solo un modo per rinnovare il sentimento della nostalgia, ma anche per svolgere un ruolo in grado di coltivare le radici e al tempo stesso di fare un’azione di rappresentanza dell’Emilia-Romagna e dell’Italia nel mondo”. Così ha esordito il presidente della Regione Vasco Errani nel lungo intervento alla Conferenza dei presidenti degli emiliano-romagnoli nel mondo, in cui ha parlato anche dei problemi della società globale, da quelli economici a quelli ambientali, “che ormai nessuno può ignorare e che sono di tutti”. In merito alla legge regionale sull’emigrazione, ha riferito che si può già trarre un bilancio positivo della sua applicazione. “E’ stato compiuto un salto di qualità – ha sottolineato - promuovendo un processo di innovazione, investendo sui giovani, ma senza lasciare indietro nessuno”. Secondo il presidente, in questo momento si avverte la necessità di valorizzare la terza e la quarta generazione di emigrati per dare continuità all’associazionismo. “Abbiamo bisogno che queste generazioni abbiano un rapporto culturale con la Regione e, soprattutto, che abbiano un ruolo attivo nei loro Paesi, coltivando i rapporti con le ambasciate, con gli istituti culturali. Dobbiamo alimentare anche una cultura di ritorno, con il contributo del Cgie”. Infine il presidente ha salutato la platea con un messaggio : “Fate sì che l’esperienza dell’Emilia-Romagna sia un contributo all’Italia e alla sua immagine nei vostri Paesi, l’immagine di una regione sana dove la solidarietà e’ un elemento intrinseco del benessere, che racchiude anche quello del vicino”.

L’emigrazione dell’Emilia-Romagna in termini numerici è costituita da più di un milione e trecentomila persone, dall’800 fino ai giorni nostri. Oggi le associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo sono 108, provenienti da 24 paesi e 4 continenti diversi. Alcune hanno più di 70 anni di vita, altre sono sorte con le ultime generazioni di emigrati, che hanno portato all’estero professionisti, laureati e imprenditori.

La consegna delle benemerenze
I lavori della Conferenza sono proseguiti con la consegna delle benemerenza da parte del presidente della Regione Vasco Errani a nove corregionali che si sono distinti per il loro lavoro in ambito associativo. La prima targa è stata assegnata in memoria di Luigi Fantozzi, “instancabile animatore della comunità italiana di Mendoza, tra i fondatori del circolo emiliano romagnolo e del circolo italiano della città argentina. Attivo nel Comites, negli ultimi anni e’ stato il principale artefice della realizzazione della casa di riposo di Mendoza. Aveva tre passioni: la Ferrari, la squadra di calcio della nazionale italiana e le canzoni italiane che lui stesso amava incidere”. A ritirare il premio c’erano la moglie e la figlia, commosse dal riconoscimento dato.
Altra attestazione di merito è andata a Lino Bertoncini, anch’egli recentemente scomparso, “per l’impegno istituzionale con cui ha promosso le attività dell’associazione di Buenos Aires e per aver messo a disposizione il suo sapere tecnico per la collettività”, si legge sulla targa. Bertoncini era sbarcato a Buenos Aires nel 1952 e diventò da operaio a imprenditore nel giro di pochi anni, trasformando la sua impresa di costruzioni in una delle più importanti dell’Argentina (280 cantieri aperti nel 1999). Nel 1995 aveva ricevuto dal consiglio professionale di ingegneria il premio per la più grande infrastruttura in cemento armato: un palazzo di 52 piani per 187 metri di altezza.
“Per aver diffuso nel Rio Negro, in Argentina, i valori e la cultura dell’Emilia Romagna”: con questa motivazione è stato consegnato il riconoscimento a Luigi Cassani emigrato nel 1953. Tra i fondatori del circolo italiano di Villa Regina, di cui è tuttora presidente, Cassani è stato il promotore di tutte le attività associative e culturali nella città e riveste tuttora la carica di segretario generale della camera di commercio italiana.
Francesca Arletti ha invece ricevuto la targa “per aver portato Modena ai piedi delle Ande”, essendo riuscita nella difficile impresa di produrre in Argentina l’aceto balsamico. Presidente del circolo di San Juan, da lei fondato nel 1992, l`Arletti e’ emigrata nel 1948 per accompagnare il marito ingegnere incaricato della ricostruzione della città colpita dal terremoto.
Laude Canali è la riconosciuta decana degli emiliano romagnoli di Mendoza e ha ricevuto la targa “per l’instancabile attività a favore della comunità emiliano romagnola”. Cresciuti i sei figli, ha potuto poi dedicarsi ai suoi corregionali, presiedendo l’associazione e ricevendo cariche onorifiche come grande ufficiale dello Stato italiano a Mendoza, consigliera del Comites, console.
Altro riconoscimento è andato a Roberto Cardinali: emigrato a Londra nel 1957, ha percorso tutte le tappe classiche dell’emigrazione parmese in Gran Bretagna, impegnandosi nel settore della ristorazione. La stessa energia profusa nella professione, Cardinali l’ha impegnata a servizio della comunità dei connazionali nel Regno Unito, della quale è diventato punto di riferimento, coordinando migliaia di associati e impiegando il proprio carisma nell’organizzazione di attività culturali, benefiche e ricreative.
Simone Iemmi Cheneau ha ricevuto la targa “per l’impegno nel mantenere vivo lo spirito di libertà e solidarietà ereditato da Fratellanza Reggiana, storico sodalizio antifascista a Parigi”. Simone e’ nata in Francia da genitori reggiani emigrati a causa del fascismo e ha continuato l’opera iniziata dal padre che fu, nel 1933, tra i fondatori di Fratellanza Reggiana. Direttrice amministrativa al municipio di Drancy e docente di diritto civile al Centro di formazione amministrativa della regione parigina, ha portato avanti lo spirito di solidarietà e di amicizia che contraddistinse l’opera degli indimenticati presidenti della Fraellanza che l’hanno preceduta, come Gina Pifferi e Lazzaro Spallanzani.
E’ stata poi la volta di Ernesto Tagliani, “per la generosità che ha contraddistinto la sua vita, tra successo imprenditoriale e spirito di avventura, dalla “fin del mundo” patagonica alla Capital Federal”. E’ stato un vero pioniere dell’emigrazione bolognese in Argentina: come presidente dell’associazione degli imprenditori emiliano romagnoli in Argentina, ha sempre messo le sue conoscenze a disposizione delle delegazioni regionali in visita nella capitale che trovano in lui un riferimento insostituibile.
Infine, un’attestazione di merito è stata data a Marta Murotti, presidente della Filef regionale, già presidente della Consulta dell’emigrazione dell’Emilia-Romagna e amministratrice pubblica di riconosciuto valore, che ha sostenuto con abnegazione, competenza, grande umanità e capacità innovativa le famiglie dei corregionali nel mondo, con una speciale attenzione verso l’emigrazione femminile.