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Roy Paci con Africa Unite al Beky Bay

Notizia pubblicata il 06 agosto 2007



Categoria notizia : Musica


Prima dei due gruppi principali si esibiranno i sammarinesi Musamelica, e gli Steela formazione prodotta dal "manipolatore" dei suoni degli Africa Unite, Madasky.Da Pinerolo a Kingston la strada sembra lunghissima, e invece Bunna e soci hanno oramai quasi trent'anni di attività musicale sotto il nome di Africa Unite.

«I romagnoli sono i siciliani che vorrei».
Definirli una vera e propria istituzione non è improprio, veri pionieri nel nostro paese nella diffusione del reggae, sono stati e sono l'ispirazione per decine di gruppi, che grazie alla loro incessante attività dal vivo e su disco hanno pavimentato la strada per gruppi come Bandabardò, Apres la Classe, per nominarne solo due, non dimenticando che Max Casacci, leader dei Subsonica, ha suonato negli Africa per un decennio.

Dal vivo il gruppo è una fantastica macchina di ritmo in levare, dove modernità e tradizione si uniscono per un unico verbo irresistibile.Roy Paci è invece uno dei musicisti più eclettici della scena italiana, dopo anni di "servizio" prestato ai gruppi italiani e non con la sua tromba, dai Mau Mau ai Negrita per arrivare al gruppo di Manu Chao, con il nuovo album Suonoglobal, è diventato l'outsider dell'estate.

Il brano cantato con Chao Toda joia toda beleza è uno dei più improbabili, e per questo piacevoli, "tormentoni" estivi.

Ecco lo stato d'animo dell'irrefrenabile Roy.Partiamo da Suonoglobal.«Sono frastornato. Non avrei mai pensato di diventare l'uomo più "suonato" d'Italia! (ride). Ovviamente la cosa mi fa un piacere enorme, anche perché, sotto la superficie, come sempre Manu, con poche parole, esprime concetti di grande profondità».Scusi il gioco di parole, lei è siciliano, ma questo disco rappresenta bene il suo spirito vulcanico.«In realtà il progetto è partito in maniera casuale, adesso che ho il mio studio di registrazione, l'idea era di fermare la presenza di qualche amico che passava?».E così sono passati Pau dei Negrita, Erriquez della Bandabardò, i Cor Veleno, Raiz, i Sud Sound System e Caparezza. Un po' come riportare tutto a casa.«È stato come raccogliere 27 anni di musica in un disco. La mia filosofia, e quella alla base degli Aretuska, è proprio quella dello scambio. L'energia degli altri è vitale per me. Si crea un'alchimia che altrimenti non sboccia».Dal vivo come trasforma i brani cantati da artisti così personali?«Li rendiamo più nostri. Li canto io, che mi sostituisco a loro, ma copriamo tutto con l'energia che creiamo sul palco. Poi sempre più spesso ci raggiungono gli amici che hanno collaborato con noi, ultimamente già un paio di volte ci è capitato con i Cor Veleno, e allora è festa!».Lei da alcuni anni vive a Faenza: da siculo, cosa ha trovato in questa terra?«Primo: i romagnoli li vedo come la parte bella e intelligente di come vorrei fossero i siciliani, che amo essendo la mia terra, dalla quale però sono dovuto scappare. Secondo: oramai io questa terra la considero la Roymagna (ride)! Terzo: la sintonia con la vostra incredibile professionalità, e dall'altra parte questa enorme gioia di vivere. Amo la voglia di comunicatività dei romagnoli. E il profondo senso culturale che circonda tutto, l'enorme attenzione per gli eventi di ogni genere, e la quantità di iniziative straordinarie che si organizzano. Quarto: non vorrei vivere da nessuna altra parte, tranne Lecce dove ho costruito il mio studio!».

foto by evilelka