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Il Concerto, Tutto Sylvian, canzone per canzone

Notizia pubblicata il 22 settembre 2007



Categoria notizia : Eventi


E' L'OCCASIONE finale. David Sylvian, da buon precursore di mode, gioca anche stavolta d'anticipo: "Questo é il mio ultimo tour".

Sarà  perchè i 50 anni sono il prossimo passo, sarà  perchè la sua voce ha esplorato tutto l'esplorabile, ma lo sperimentatore più poetico e sensibile che ci sia é stanco di viaggi, palcoscenici, sipari e tournèe.

 Ecco perchè non bisogna perdersi il concerto di domani sera, nell'ambito di Rec, al teatro Valli di Reggio Emilia (con lui Steve Jansen alla batteria, Keith Lowe al basso e Takuma Watanabe alle tastiere).

Nessun nuovo album da promuovere, solo una carriera da rileggere, foglio dopo foglio, canzone dopo canzone, epoca dopo epoca: quella del glam inizio anni 80, dei Japan, quella della poesia crepuscolare e testi onirici di fine anni 80, quella dell'alchimismo degli ultimi tempi.

Una scommessa continua é stata la carriera di Sylvian. Mai restare fermi. Sempre stupire, lasciare interdetti, cambiare. E affascinare.

Ha incarnato l'icona estetica della new wave, scritto melodie stupende ed é riuscito nel più azzardato dei matrimoni, quello di non banalizzarle in canzonette ma coniugarle con architetture elettroniche, ostiche ma geniali.

LA PRODUZIONE con i Japan é un capolavoro di avanguardia, esaltato dalla voce voce aristocratica di "Gentlemen take polaroids".

E la sua carriera solista, dal 1984 ad oggi, un perenne cammino in salita, fascinoso, però anche irto di contraddizioni. Sconcertante é l'ostracismo sonoro di album come "Flux & mutability", "Blemish" e l'ultimissimo "Snow borne sorrow". Inarrivabile la bellezza del trittico delle meraviglie: "Brilliant trees", "Gone to earth" e "Secrets of beehive", registrati un secolo fa, fra il 1984 e il 1987.

Ed é proprio in un viaggio nel passato che sperano i fan di Sylvian, sognando di sentire cantare, per l'ultima volta dal vivo, "Nostalgia", "Red guitar", "Laughter & forgetting", "Orpheus", "When poets dreamed of angels" e, soprattutto, "Forbidden colours". Colori proibiti di un gentiluomo che amava scattare polaroid.