Modena. Brilla il Fidelio di Abbado in una ‘prima’ da austerity Al Comunale poco sfarzo e il trionfo della musica
Notizia pubblicata il 29 novembre 2008
Categoria notizia : Musica
CON la neve che è caduta, sembra di stare già dentro a una classica cartolina di Natale. Di sicuro, il ritorno di Claudio Abbado a Modena è uno splendido regalo di Natale, una di quelle occasioni che ci fanno sentire — davvero — una città nel cuore dell’Europa e del mondo. Il Maestro era atteso, attesissimo con il suo Fidelio, e ieri sera il teatro Comunale ‘Luciano Pavarotti’ lo ha salutato con l’ovazione più sincera, come si conviene a un Grande che ormai qui sentiamo quasi di casa.
BEH, diciamo pure che non ci sono più le ‘prime’ di una volta. Fino a qualche anno fa, la sera dell’apertura della stagione lirica era tutto un luccicare di lustrini e abiti da sera. Quest’anno, ci è sembrato tutto un po’ diverso: niente fiori in sala e nel foyer, uno o due smoking tanto per gradire, di pellicce quasi nulla, molta sobrietà fra le signore, e un’eleganza si fa per dire fra molti signori... Chissà: forse è l’aria dei tempi di crisi, forse è la voglia di evitare lo sfarzo inutile, forse è anche questione di ‘tagli’ di bilanci. E in più i biglietti non hanno davvero prezzi popolari. Di certo, l’atmosfera, ieri sera al Comunale, era più ‘ovattata’ di altre volte.
ANCHE i supervip, le celebrità, si contavano sulle dita: ci basterà citare la sempre radiosa Mirella Freni, reduce da una giornata di lezioni, con la figlia Micaela. Abbiamo visto il sindaco Giorgio Pighi, il suo vice e assessore alla cultura Mario Lugli, qualche consigliere comunale, e pochi altri. Speravamo in Benigni che, da grande amico del Maestro, quattro anni fa era arrivato ad applaudire Così fan tutte. Ma niente. Qualche spettatore — complice la neve e le difficoltà nei trasporti — è pure arrivato in ritardo.
IN REALTÀ non servivano le paillettes per far risplendere la serata. Bastava sedersi e lasciarsi trasportare dalla deliziosa opera di Beethoven, che Claudio Abbado e la Mahler Chamber orchestra ci hanno offerto con la signorilità che viene loro riconosciuta internazionalmente. Lasciano veramente incantati la delicatezza, il tocco leggero con cui Abbado dirige, fin dalla bellissima ouverture: la musica diventa carezza, prende vita, ti sorprende e ti dà gioia. Anche se il Fidelio racconta una storia di tirannide e di prigionia, e il regista Chris Kraus ci fa sentire incombente il peso del giudizio e della ghigliottina, alla fine è il trionfo dell’amore, del coraggio, dell’eroismo. Il trionfo di uno splendore che resiste al tempo. E anche alla crisi economica...
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