Come gira la macchina del riciclo
Notizia pubblicata il 05 novembre 2008
Categoria notizia : Turismo
La scappatoia. Quello che non funziona è la ricerca di una scappatoia per aggirare il problema, di un sotterfugio basato sulla proposta di una soluzione magica: tutto in discarica o tutto all' inceneritore. Se le regioni meridionali arrancano attorno a una quota ridicola di raccolta differenziata (sotto il 10 per cento) è perché spesso appare un miraggio, più o meno legato a interessi non dichiarati, che fa dimenticare il buon senso della ricetta europea basata sulle 5 erre: riduzione dei materiali, riuso, raccolta differenziata, riciclo, recupero energetico.
Un percorso bilanciato in cui la fase dello smaltimento diventa parte naturale del percorso di un oggetto che va pensato, usato e recuperato garantendo il massimo dell' efficienza. Lasciando che la discarica assorba quote sempre più marginali, idealmente tendenti a zero. «Purtroppo c' è una dicotomia evidente tra ciò che si deve fare e ciò che si fa», ricorda Guido Bertolaso, responsabile della Protezione civile, anticipando le proposte che presenterà a Ecomondo, a Rimini.
«La teoria è nota a tutti. La pratica resta un disastro quasi in tutto il Meridione. Si parla molto della Campania, ma se la Calabria avesse la stessa densità abitativa sarebbe la stessa cosa: la discarica di Crotone, chiusa perché in mano alla malavita, è un caso che la dice lunga sulla radice del problema. E in Sicilia, nonostante il warning che abbiamo ripetutamente lanciato, restano impantanati nella discussione di un piano bocciato dalla Commissione europea: dopo quattro anni devono ancora fare la gara di appalto per i termovalorizzatori». La scelta di aver puntato tutto sull' incenerimento, mettendo in cantiere impianti che potrebbero bruciare più rifiuti di quelli prodotti dall' intera isola, non è servito alla Sicilia a superare i suoi problemi.
Anzi ha finito per squilibrare il progetto alimentando polemiche e sospetti e finendo per lasciare le cose invariate, cioè tutto - o quasi - in discarica. «La Puglia è l' unica grande area del Sud che va controcorrente mostrando un netto miglioramento», continua Bertolaso. «Da anni la Regione si è mossa bene e il presidente Vendola è riuscito a trovare una sinergia felice tra pubblico e privato coinvolgendo varie aziende nella soluzione del problema rifiuti. Il punto è che bisogna avere il tempo e la possibilità di pianificare, di organizzare il ciclo di smaltimento.
Cosa che in Campania non avviene anche se ora, con l' imminente apertura della prima linea dell' inceneritore di Acerra, la situazione migliorerà: dopo due gare andate deserte siamo riusciti a farne svolgere una regolare, con la partecipazione di gruppi molto qualificati e alla fine l' appalto è stato assegnato a un' azienda del peso di A2A. Le resistenze però sono forti e abbiamo bisogno della norma per commissariare i Comuni che non fanno la raccolta differenziata: non il singolo assessore responsabile ma l' intera giunta comunale. Altrimenti tutto va avanti come prima con l' unica differenza che il Comune non ha più la responsabilità diretta dei rifiuti». Senza un segnale forte il problema invece di ridursi rischia di allargarsi.
A Roma, ad esempio, è stata chiesta l' apertura di una nuova discarica. Ma - fa notare Bertolaso - entro il 2009 il nuovo impianto di Malagrotta sarà in grado di trattare 1.200 tonnellate di rifiuti al giorno su un totale di 2.000 tonnellate. La differenza è data esattamente dal volume che deve essere coperto, per legge, dalla raccolta differenziata. E un sistema che applicasse le norme a senso unico, ignorando l' obbligo del recupero dei materiali, perderebbe credibilità. Se il segno complessivo della partita rifiuti a Sud resta fortemente negativo, ci sono realtà che si muovono in controtendenza dimostrando che la soluzione del problema è possibile.
In varie zone della provincia di Salerno la raccolta differenziata ha raggiunto livelli soddisfacenti. E, nell' ambito di una buona gestione del presente, a Siculiana, in provincia di Agrigento, è stata aperta una discarica super certificata (dall' Iso 9001 all' Emas), con recupero di energia e con uno studio dell' istituto Mario Negri di Milano sul rischio tumori per l' emissione di sostanze nocive (è da 100 mila a 100 milioni di volte inferiore al limite di legge).
L' impianto è stato realizzato da imprenditori locali (i fratelli Catanzaro) assieme ai ricercatori del Politecnico di Milano e della facoltà di ingegneria dell' università di Catania. Se si vuole si può.
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