Viaggio nei passi dell'Emilia Romagna - Colla di Casaglia
Notizia pubblicata il 28 agosto 2007
Categoria notizia : Musica
Dove torna la sfida del Passatore
Ogni anno qui si corre la 'Centochilometri' tra Firenze e Faenza
TORNANTI, tornantini, curve secche o più lievi. Così sempre, un metro dopo l'altro, per chi sale al Passo dalla sponda romagnola per poi scendere su Borgo San Lorenzo.
VIAGGIO NEI PASSI DELL'EMILIA ROMAGNA -COLLA DI CASAGLIA
Dove torna la sfida del PassatoreOgni anno qui si corre la 'Centochilometri' tra Firenze e Faenza
TORNANTI, tornantini, curve secche o più lievi. Così sempre, un metro dopo l'altro, per chi sale al Passo dalla sponda romagnola per poi scendere su Borgo San Lorenzo. Strada stretta, brusche impennate, passaggi e nuovi passaggi sotto ponti ferroviari vecchi e altissimi, con le pareti ancora segnate da scritte di un ciclismo lontano, del tipo 'vai Moser', eppoi edicole religiose qua e là, muri di roccia friabile imbragati da reti a maglia media, boschi dai rami invadenti e suggestioni di storie lontane.
E' bella la strada che arriva da Faenza e da Marradi, con le borgate e i paesi infiammati dai toni festosi dell'estate, e con la piccola frazione di Crespino sul Lamone, a 535 metri sul mare, con la torretta di sasso dell'ossario edificato in memoria delle quaranta vittime dell'eccidio del luglio del 1944. Ed è suggestiva anche quella in partenza dalla via Emilia e da Riolo, che attraversa Casola Valsenio e il suo pittoresco mercatino serale di erbe officinali, e le aiule dei tornanti invase dai ciuffi profumati della lavanda. Eppoi Misilao, confine regionale, con l''osteria e uso di cucina' aperta dal 1700.
IL CARTELLO del Passo sbuca quasi d'improvviso dopo una tortuosa arrampicata e una serie di cartelli che indicano invisibili borghetti nel bosco, come Casaglia, a 754 metri, che dà il nome al valico. Sulla vetta si pranza e si respira. Ciclisti in apnea, amanti delle moto, famiglie in gita, coppie di gente anche anziana con macchina fotografica, cartina e bastone pronte ad avviare il passo lungo uno dei tanti percorsi segnalati, con la tabella dei prevedibili tempi di percorrenza per l'arrivo alla stazione prescelta o verso il sentiero che accompagna alla sorgente del Lamone, a un chilometro dalla 'Curva di Cencione'.
Quello di Colla di Casaglia, è uno dei 'passi di una volta', con la locanda a gestione famigliare, i piatti semplici e gustosi, le torte e, tutt'intorno, un maestoso scenario di boschi. Per la Centochilometri del Passatore, che congiunge piazza della Signoria di Firenze con quella del Popolo, a Faenza e la valle del Lamone con quella di Sieve, il transito intermedio e spesso notturno ai 913 metri della 'Colla', come tanti chiamano il valico, è strategicamente fondamentale per l'ordine di arrivo. Gli atleti più forti, infatti, scelgono questa salita eppoi la ripidissima discesa per saggiare le forze dei rivali e per cambiare eventualmente passo nell'avanzata verso la Romagna.
La storia della 'SR della Colla', ex Statale, porta il marchio da più di trent'anni di questa 'camminata' per atleti forti e un po' folli, ma il passato rimanda anche a vicende meno sportive e più lontane. Perché proprio qui si alzava un'antichissima rocca che fu di Sinibaldo Donati.
ZONA STRATEGICA e quindi di grande importanza, al punto che il conte Simone da Battifolle de' Conti Guidi stabilì il pagamento di un pedaggio per quanti volevano passare da ?quell'Alpe situata a 1556 braccia soopra il livello del Mediterraneo'. Le 'masnade' dello stesso conte danneggiarono poi la torre, ma i Fiorentini, nel 1322, la rimisero a posto.
In epoca più recente, ma già lontana, la strada del Valico era meta di famiglie benestanti che da Firenze e dall'area del Mugello risalivano la montagna per le 'salubri brezze mattutine' e per la qualità 'purissima della fonte dal getto eterno e possente': quella appena sotto il passo, intristita, adesso, dai battenti chiusi, dalle finestre serrate e dal cartello 'vendesi' dell'Hotel pensione Gran Fonte dell'Alpe.
I ricchi del Mugello e non solo quelli raggiungevano la bella fonte nel bosco con il ìpostale', con le carrozze, con il 'cocchio', con il calesse. Mezzi esposti, adesso, nei musei dei ricordi, ma che hanno caratterizzato, un secolo dopo l'altro, anche la viabilità di questa strada tracciata e ingrandita durante il Granducato di Toscana ai tempi dei Lorena.
a cura di Gianni Leoni
(foto by Kiki Follettosa)