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Omicidio colposo per aver piantato un albero

Notizia pubblicata il 17 febbraio 2011



Categoria notizia : Fatti Curiosi


L’articolo 26 (comma 6) del regolamento del codice stradale, emesso nel gennaio del 1993, stipula che gli alberi che vengono piantati lungo le strade fuori dei centri abitati, devono essere piantati a più di sei metri di distanza della carreggiata.

Questa legge è stata sempre applicata del ’93 dai dirigenti della viabilità. Oggi però sorge un dilemma, questa legge può diventare retroattiva? Dall’ultima decisione della Corte di Cassazione sembra proprio di si. Un capo cantoniere dell’Anas di Foligno è stato condannato per omicidio colposo dato che una persona si è schiantata contro un albero (piantato prima del ’93) fuori dal centro abitato, perdendo la vita.

I dirigenti della viabilità dell’intera provincia di Rimini sono in allarme e non capiscono come i giudici potessero arrivare a questa decisione. Massimo Venturelli, dirigente alla viabilità della Provincia di Rimini ha dichiarato: “La sentenza dei giudici secondo noi è veramente inapplicabile a livello retroattivo. Se fosse così dovremmo abbatere centinaia di alberi anche secolari presenti sul territorio”.

Al momento la Provincia ha deciso di non spostare nessun albero e di inserire cartelli ben visibili con i limiti di velocità e giuste segnaletiche nelle carreggiate più strette. I guard-rail non possono essere installati in strade già strettissime e Venturelli ha spiegato in tono arreso che se succederà qualcosa, sarà lui il primo a risponderne davanti al giudice.

Nel caso un guard-rail si rompa o una pianta stia per morire, alla sostituzione sarà applicata la nuova normativa, stesso discorso per le nuove arterie stradali.

Giuseppe Castiglione, presidente dell’Upi (Unione delle province d’Italia) ha voluto portare la decisione della Corte di Cassazione, sul tavolo della prossima conferenza che si terrà tra Regioni e Stato.