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Al Circolo dei pescatori di Rimini parte una campagna per valorizzare il brodetto

Notizia pubblicata il 28 novembre 2007



Categoria notizia : Musica


«RECUPERIAMO la figura storica della donna nell'ambito marinaro e, dato che ci siamo, rivalutiamo anche una ricetta gastronomica come quella del brodetto, che da parecchi anni sembra essere esclusa dai menù un po' troppo turistici dei nostri ristoranti e invece rappresenta un piatto straordinario che racconta tutta la nostra tradizione».

La proposta viene lanciata da Giovanni Lontani e Lorenzo Casanova, vale a dire il attuale ed ex presidente del Circolo dei pescatori 'La Pantofla', che da un paio di settimane, appena é stato riaperto il tipico ritrovo sul portocanale dopo i necessari lavori di restauro, sono impegnati ad illustrare il nuovo programma delle iniziative invernali. Hanno appena archiviato l'appuntamento con la presentazione del libro di Graziano Pozzetto dedicato all'anguilla (un vero successo di pubblico e di abilità  in cucina, oltre che un tentativo riuscito di proporre un prodotto del territorio, impegnativo da trattare ai fornelli e da gustare, però profondamente legato alla vita in Adriatico) e adesso organizzano le serate speciali di ogni mercoledì, legando il discorso anche alla civiltà  del sale cervese.

«IN OCCASIONE delle serate a tema del Circolo - spiega Lontani - regaleremo agli intervenuti un sacchetto dell'oro bianco della città , proprio per sottolineare il nostro contributo alla valorizzazione della cultura locale, che intreccia in maniera forte e indissolubile la gente di mare e quella della realtà  salinara. C'é una frase dialettale, in questo senso, che riassume benissimo il concetto, e recita 'Cun e cundiment de sel at Zirvia us pò fè néca cun quel ch'u j é'. Il legame con la storia passata e recente di Cervia affascina un po' tutti, se é vero che a La Pantofla, tra un giro di carte a marafone e un quartino di rosso, si ritrovano abitanti e forestieri, spesso trascinati dalla musica e dalle gag dei Malardot.

« E' un gruppo che esprime in modo genuino la tradizione canora romagnola e il suo folclore, i frequentatori del Circolo ne vanno matti» dice Casanova. «Rimane il fatto che vogliamo prima di tutto perseguire uno scopo culturale. Ecco perchè abbiamo messo in evidenza il ruolo femminile all'interno della famiglia dei pescatori e metteremo in calendario molte serate con le ricette di una volta». Il discorso parte dai bragozzi, i trabaccoli, le lance e le battane con le vele al terzo. Erano le imbarcazioni utilizzate per la pesca a strascico nella prima metà  del Novecento e rispecchiavano il lavoro duro e pericoloso di una comunità  solidale, dove le donne esercitavano un ruolo di supporto fondamentale e quasi esclusivo nella vendita del pescato.

« A quel tempo - precisa Giovanni Lontani - il compratore bisognava cercarlo e si praticava addirittura uno scambio di merce con i prodotti offerti dai contadini, per esempio uova, farina e strutto di maiale. La famiglia, poi, mangiava il pesce povero e vendeva il migliore. Per le donne l'esistenza era davvero dura, e noi vogliamo riportare alla luce la saggezza e le testimonianze popolari. Dimenticare sarebbe un delitto». La ricerca delle fonti é già  partita, ma per cominciare si brinda alla nuova stagione marinara, prendendo alla lettera un detto: il pesce nasce nell'acqua e muore nel vino.
(photo by addicted Eyes)