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Cinema Settebello: Riapre la storica sala, cala il sipario sul Corso
Notizia pubblicata il 10 settembre 2009
Categoria notizia : Spettacoli
UNA LUCE si spegne e un’altra si riaccende, nei cinema cittadini. La sala che rimarrà mestamente chiusa è quella del Corso, l’antico Metropol, a due passi dall’Arco d’Augusto, mentre dopo quasi due anni di silenzio sta per riaprire i battenti il Settebello, in via Roma.
E partiamo proprio con le buone notizie, cioè con il ritorno all’attività della struttura che sorge vicino al Dopolavoro Ferroviario. «Se tutto va bene, poiché aspettiamo ancora un’autorizzazione Siae dalla capitale, si ricomincia venerdì 18 settembre», fa sapere il gestore Silvio Zanni, che vuole puntare sulle pellicole di qualità. «In una sala proporremo film d’essai, mentre nell’altra verranno proiettati titoli comunque importanti, non di cassetta», aggiunge Zanni, pienamente consapevole, vista la concorrenza delle Befane, di doversi rivolgere «...a un pubblico adulto, soprattutto a un pubblico intelligente, che sa apprezzare un certo tipo di opere». Non è detto, poi, che i film d’essai vengano per forza dirottati nella sala più piccola, vale a dire la Verde, 190 i posti, con la Rosa che ne può contenere invece 330. «Decideremo di volta in volta, in base alla risposta degli spettatori», è elastico Zanni.
E LA POLITICA dei prezzi cercherà di venire incontro alla gente. Il martedì e il giovedì le donne potranno sempre entrare spendendo appena 3 euro, mentre al mercoledì il biglietto costerà 4 euro per tutti. Nel weekend, poi, i prezzi oscilleranno dai 6 ai 7 euro, una decisione in merito non è stata ancora presa. Il Settebello, che è stato sottoposto a una salutare ‘rinfrescata’ sia all’esterno che all’interno («Abbiamo rimesso a posto tutte le poltrone»), sarà aperto tutti i giorni della settimana. E il progetto non si esaurirà a breve: la gestione Zanni si protrarrà infatti fino al 2015 con la possibilità di estendere per altri 6 anni.
DALLE notizie confortanti a quelle più grame. Il Corso, come accennato, resterà al buio. «Non essendoci più la stagione teatrale, non riaprirà più», dichiara Massimo Succi, che spiega poi la scelta di oscurare uno dei cinema più vecchi del centro storico. «La sala è troppo grande (630 posti di platea più altri 100 in galleria, ndr), difficile da scaldare, tutto diventa complicato... Poi non c’è pubblico e non è facile neppure reperire buoni film, che possano ‘tirare’. Insomma, non conviene. Il cinema giusto, a misura, sarebbe il Fulgor: è più raccolto e con 100, 150 persone si ha già un bel colpo d’occhio». Con la chiusura del Corso sparisce dunque anche l’ultima, classica sala ‘dentro le mura’ della città. In ordine sparso, lo ricordiamo, sono defunti Eliseo e Capitol, Supercinema e Modernissimo, mentre il Fulgor è in attesa di un ‘restyling’ i cui tempi si annunciano parecchio lunghi