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Sulle chiusure festive Riccione gioca a «zona». Solo tre giorni per l'area turistica. Soddisfatto il sindacato

Notizia pubblicata il 26 marzo 2008



Categoria notizia : Fatti Curiosi


SULLA CHIUSURA festiva dei negozi Riccione vuole adottare una linea diversa da quella seguita da Rimini e Coriano. L'ipotesi é quella di tenere abbassate le saracinesche a Natale, Capodanno e il primo novembre, ma solo nella fascia turistica. Per il resto avanza la proposta di suddividere la città  in varie zone, secondo il flusso di persone, dando così una diversa regolamentazione ai giorni di festa.

L'incontro che ieri ha riunito l'assessore alle Attività  economiche Fabio Galli, il sindaco Daniele Imola, i sindacati e le associazioni di categoria, é stato aggiornato a lunedì. A differenziare Riccione, rispetto le località  limitrofe, sarà  anche un'altra scelta. Come conferma l'assessore Galli, prima di firmare l'ordinanza sui giorni di chiusura, gli amministratori porteranno questo atto d'indirizzo in consiglio comunale. Non a caso. Ovunque queste delibere rischiano di essere impugnate, il passaggio in consiglio servirà  a legittimare ulteriormente l'atto.

«Ieri mattina _ spiega Galli _ abbiamo raccolto una serie di proposte, non abbiamo assunto decisioni. Rispetto i dieci giorni di chiusura richiesti dalla Regione, soprattutto per la zona turistica ce ne saranno tre. Ma abbiamo avviato un percorso per differenziare le zone. Cerchiamo un punto d'incontro per accontentare tutti, ma ognuno si dovrà  tagliare un dito».

Lavorare in concerto é intenzione di Cna, Confcommercio e Confesercenti che per voce di Dina dice spiega: «Cercheremo di ragionare su una differente demarcazione delle varie zone della città  che hanno consuetudini diversi. Nel senso che sono sempre state chiuse in giorni di festa come il primo maggio e il 25 aprile. Altro é il discorso per le attività  sopra la Flaminia. Bisogna comunque deliberare presto, altrimenti il giorno della Liberazione si rischia la chiusura anche al mare».

Ottimisti sulla concertazione i sindacati, che nulla invece hanno ottenuto a Rimini e a Coriano. Mauro Rossi della Filcams Cgil ha subito dichiarato: « Abbiamo cominciato a ragionare sulle zone che possono essere considerate a maggiore e minore afflusso e sulla possibilità  quindi di una regolamentazione diversa per le chiusure. La posizione di Riccione ci sembra più ragionevole di quella di altri comuni».
(foto by http://www.flickr.com/photos/nanomondano)