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Cervia Salimbeni: ‘Bisogna favorire chi apre anche in inverno’ L’assessore al turismo dopo le sfide di ‘Vision 2028’

Notizia pubblicata il 09 dicembre 2008



Categoria notizia : Turismo


ASSESSORE Salimbeni sono state raccolte le sfide che l’amministrazione ha lanciato con ‘Vision 2028’?
«Innanzi vorrei dire che quella è stata un’iniziativa senza precedenti sul versante dell’impostazione, delle idee scaturite e della partecipazione del mondo turistico romagnolo. Finalmente siamo riusciti a guardare oltre il singolo cortile di ciascuno. Adesso bisogna lavorare per realizzare alcune di quelle suggestioni ben prima di quella data».

Ad esempio?
«Su alcuni progetti, come il rilancio del porto canale e l’aumento del verde pubblico, il sindaco Zoffoli sta già operando da tempo ed a breve vedremo i risultati. Molte cose vanno già nella giusta direzione: la scelta di Cervia Turismo di offrire gratis agli alberghi la possibilità di aderire all’e-commerce rappresenta un cambio di passo nella commercializzazione del nostro prodotto».

Le presenze turistiche dell’autunno non decollano: la crisi economica si fa sentire?
«E’ vero che l’autunno chiuderà con il segno meno in arrivi e presenze ma questo dato va contestualizzato. Quest’anno sono diminuiti gli alberghi aperti in ottobre e novembre, specie a Milano Marittima, una buona parte perché sono in corso ristrutturazioni ma un’altra parte perché è subentrata una certa sfiducia sui risultati delle stagioni di mezzo».

E’ un processo irreversibile?
«Molto dipenderà dalla nostra reazione: dalle crisi si può uscire riducendo qualità e investimenti per sopravvivere oggi ma senza prospettive future, oppure facendo quelle scelte di fiducia, presentate a ‘Vision 2028’, che altro non sono che la messa in campo di un progetto concreto d’innovazione. Nei prossimi cinque anni si può già mettere in campo gran parte di quel progetto tenendosi ben stretto lo spirito unitario che stava dietro a quell’evento».

C’è chi sostiene che i nostri alberghi sono troppo piccoli per il turismo del futuro, lei che ne pensa?
«Cervia ha una media di 36,5 camere per albergo (erano 31 vent’anni fa!) contro le 34 della Francia, le 33 della provincia di Rimini, le 32 dell’Italia. Oggi abbiamo 90 alberghi in meno rispetto all’89 ma il numero delle camere è rimasto stabile: oltre 26.300. Dunque la nostra città è già cresciuta nella direzione giusta, il punto è che non deve assolutamente fermarsi. Bisogna proseguire con più velocità favorendo gli accorpamenti e le ricostruzioni, come normato in questi anni dall’Amministrazione e come stiamo facendo per l’area della ‘città delle Colonie’».
Intanto la destagionalizzazione sta subendo un colpo di freno.
«Non si può dire questo basandosi solo su un anno, ma certo è venuto il momento di riflettere meglio sulla situazione reale. Andando avanti così il processo di allargamento dell’economia turistica alle stagioni di spalla rischia di fermarsi a metà del guado; credo sia tempo di cambiare ritmo, di prendere decisioni coraggiose».

Cosa intende?
«Sia chiaro, le cose fatte sono importanti, dall’apertura del Palazzo dei Congressi all’impegno annuale delle Terme o delle ‘Siepi’, ma bisogna capire meglio come favorire chi investe aprendo anche d’inverno e alimentare un circolo virtuoso che, zona per zona, cambi l’immagine di una città ancora troppo chiusa. Per far questo nei prossimi mesi lanceremo i ‘Forum 12’ dove ‘12’ sta per dodici mesi cioè per l’obiettivo della città turistica annuale. Si tratterà di incontri di lavoro, suddivisi per microzone (Milano Marittima, Cervia, Pinarella, Tagliata) con albergatori, commercianti, ristoratori, gestori di locali, imprese artigiane, consorzi e associazioni per capire quali sono gli ostacoli che frenano le aperture fuori stagione».

Poi cosa succederà?
«Raccolte le opinioni e ascoltate le esperienze, costruiremo una serie di azioni positive e lavoreremo per superare gli ostacoli rilevati. Il pubblico per la sua parte (promozione, eventi, trasporti, servizi, manutenzioni) e i privati per l’imprenditorialità, la professionalità, gli investimenti, la compartecipazione agli eventi, il marketing. Tutto questo con molto pragmatismo. Agli operatori vorrei solo dire che deve finire l’epoca del lamento e che ognuno ora deve fare qualcosa in più per costruire il sistema turistico che vogliamo».
foto by http://www.flickr.com/photos/