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Tennis o vela, le olimpiadi al mare

Notizia pubblicata il 29 luglio 2007



Categoria notizia : Turismo


CERVIA - Il più popolare è il beach tennis, il vecchio «racchettone» promosso a moda dell' estate. Il più spettacolare è il beach rugby, energia pura e nuvole di sabbia. Il più nobile si chiama badminton, «volano» per gli italiani, promette fascino e armonia dell' Asia.

Il più faticoso arriva invece dalla Scandinavia, tecnicamente viene definito nordic walking: simile allo sci di fondo, qui però lo si pratica a trenta gradi all' ombra. In spiaggia come in palestra, in un campo d' erba, tra le mura dei castelli di Pune o in alta montagna. Il lettino un optional, il moscone a remi un ricordo. Sull' arenile della riviera il diktat è fare sport, anche con la calura di questi giorni. Le ragioni per farlo sono le più varie, lo stimolo uno soltanto: abbandonare la tranquillità dell' ombrellone e scatenarsi nell' arena. Ce ne sono centinaia in Romagna. Alcune sembrano veri stadi, con tribune per il pubblico e ogni genere di servizio. Altre rimediate tra i capanni. Tutte affollate da mattina a sera. Da campioni o da principianti, giovani o anziani. Ogni settimana un torneo, in palio una prestigiosa coppa oppure un salame da portare a casa come souvenir. Ogni giorno uno sport, con oltre 600 ragazzi che a Rimini praticano gratuitamente vela, wind surf, canoa, subacquea, nuoto, frisbee, beach volley, beach basket, beach dance, beach tennis e acqua-gym, nei circoli velici e sulle spiagge da Miramare a Torre Pedrera. Spiaggia che vai, disciplina sportiva che trovi. Foot volley, beach soccer, handball, beach basket, persino l' equitazione o le gare di enduro in moto. Le capitali del beach tennis sono Marina di Ravenna e Punta Marina, dove non si trova più un bagno senza una rete sospesa all' altezza di un metro e sessantasette centimetri. Dall' anno scorso si è inserita anche Riccione, con una «Beach arena», tra gli stabilimenti 39 e 40, da dieci campi e con oltre cinquecento soci. A metà strada tra il tennis tradizionale e la pallavolo, a fine anni ottanta ha cominciato a insidiare il primato del beach volley, fino ad allora lo sport più praticato sulla sabbia. Ora lo ha surclassato. Nato come un passatempo, per alcuni giovani è diventato un lavoro. Mister volèe da spiaggia è Alex Mingozzi, ravennate, classe 1981. Ha cominciato a giocare a sedici anni e ora gira i litorali d' Italia e del mondo esportando tecnica e colpi vincenti. Il portiere del Palermo Alberto Fontana resta fedele al beach volley, sport in cui è bravo quasi come tra i pali, ma sulla spiaggia di Cervia ultimamente lo si vede spesso sudare ai «racchettoni». «Purtroppo il volley è quasi scomparso», si rammarica l' ex interista. Dalle mani ai piedi. Hanno abbandonato il rettangolo verde da un pezzo, ma Alessandro Bianchi e Ruggero Rizzitelli non hanno nessuna voglia di dare l' addio al calcio. Coppia d' attacco del Cesena, l' ala dell' Inter dei record (e della nazionale) e l' ex punta della Roma, insieme sono gli assi del foot volley, secondi soltanto ai campioni del mondo brasiliani: durante l' estate si esibiscono al bagno Fantini di Cervia, il primo a importare questa disciplina in Italia. «Si gioca due contro due e soltanto al volo - spiega Bianchi - , colpendo la palla prevalentemente con le cosce, il petto e la testa. I piedi contano poco». Contano invece parecchio nel beach soccer, omologo del calcetto, sport balneare in cui è un leader l' ex milanista Daniele Massaro, altra presenza fissa della riviera. Al Fantini lo sport è la filosofia del bagnasciuga: «Una palestra a cielo aperto», argomenta Claudio, l' omonimo titolare, che gestisce anche il «Beach stadium» da duemila posti a sedere. Oggi grande spettacolo con un' esibizione di beach rugby e una «dodici ore» di basket; tra l' 8 e il 10 agosto i campionati del mondo di sculture di sabbia; in autunno gare di equitazione, enduro e raduni cinofili. «La spiaggia è viva otto mesi l' anno», assicura. La paternità del titolo di novità del 2007 è contesa da India e Finlandia. Il badminton sta al tennis come il fioretto alla sciabola. Lo hanno inventato i soldati inglesi di stanza nella colonia di Pune, sull' altopiano del Deccan. Racchette e volano ultraleggeri, movimenti dei giocatori particolarmente agili. La chiave del successo è la reattività. Costanza e resistenza servono invece per il nordic walking, ideato come allenamento estivo per lo sci di fondo. In sostanza si tratta di una camminata veloce di parecchi chilometri con l' ausilio delle racchette. Rilassante e popolare tra i sentieri delle montagne scandinave, diventa uno sport quasi estremo alle temperature delle riviera. Una faticaccia, non c' è dubbio, ma anche qui di successo. Tanto che a Rimini è addirittura nata una catena alberghiera, la Hole in one, che riunisce alcuni «Nordic walking hotel». Un paradosso, ma che dimostra come nella riviera tritatutto si possono mescolare pure neve a sabbia. - ENEA ABATI

photo by:http: //www.flickr.com/photos/sardiniansharks/