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Festa per i 100 anni del Nobel a Marconi

Notizia pubblicata il 06 dicembre 2009



Categoria notizia : Cultura


Mostra in Comune, restauro di Villa Griffone. Resta al palo il progetto di trasferimento del Museo Pelagalli al Baraccano. Il 10 dicembre 1909 lo scienziato ricevette il premio a Stoccolma

In una delle ultime interviste rilasciate da Angelo Guglielmi, salutando la città in cui era stato per cinque anni, l’assessore aveva confessato «un unico rammarico»: non essere stato capace di portare il Museo Pelagalli da via Col di Lana, dove ha sede, al Baraccano, dove potrebbe trovare spazio in futuro, finanziamenti permettendo. È una vicenda che si trascina da ormai un paio di anni, che ha visto l’interessamento prima del sindaco Sergio Cofferati, dell’assessore alla cultura, dell’allora presidente del quartiere Santo Stefano, Andrea Forlani, folgorato dalla vista del patrimonio custodito in via Col di Lana da Giovanni Pelagalli e ora dei nuovi amministratori, il presidente Giuseppe Mioni e l’assessore Luciano Sita.
Tutti con la volontà di trasferire gli oltre duemila pezzi della collezione che documenta la storia di radio, televisione, cinema e computer nei circa duemila metri del primo piano del Baraccano. Cosa è mancato? Naturalmente i fondi. Per il restauro dell’intero complesso, infatti, occorrono fra i quattro e i cinque milioni di euro. E in tempi di vacche magre come questi, è davvero difficile trovarli. Oltre alle sale del neonato Museo internazionale della comunicazione - Fondazione Pelagalli, così dovrebbe chiamarsi, dovrebbero essere risistemati tutto il portico e il giardino interno.
La piccola sala teatrale è stata aperta qualche mese fa. Si tratta dunque di molti soldi, di difficile reperimento a livello locale, almeno in una fase iniziale. Per questo sia il presidente Mioni che l’assessore Sita starebbe lavorando affinché almeno una parte dei denari giunga da Roma. Anche in quest’ottica si deve leggere l’invito fatto al ministro per i Beni e le Attività culturali Sandro Bondi di venire a Bologna in questi giorni, in occasione dell’anno delle celebrazioni marconiane.
Giovedì prossimo, il 10 dicembre, si festeggeranno i cento anni esatti del conferimento a Guglielmo Marconi del Premio Nobel per la Fisica. Una serie di iniziative, fra mostre, proiezioni e incontri, sono stati organizzati, ma alla fine il ministro non ci sarà. Se da un lato, almeno per ora, è destinato a restare sulla carta il progetto per il Baraccano studiato dall’a rchitetto Andrea Trebbi, arrivano invece a compimenti i lavori
di restauro dell’area monumentale di Villa Griffone e del Mausoleo Marconi a Pontecchio di Sasso Marconi, ora sede del Museo Marconi, già residenza della famiglia dello scienziato. Il taglio del nastro,
alla presenza della principessa Elettra, si terrà giovedì mattina quando saranno presentati i lavori di ripulitura del Mausoleo, la nuova cartellonistica e la nuova illuminazione del piazzale di ingresso.
Soltanto quando saranno trovati i fondi - anche qui come in città - si procederà al secondo progetto attorno a Villa Griffone: è nelle intenzioni dell’amministrazione comunale di Sasso la realizzazione di “Marconi Point” con bookshop, ristoranti, parcheggi. Intanto, Bologna si prepara ai festeggiamenti di questa settimana. Sempre giovedì, alle 17.30 nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, sarà inaugurata la mostra Guglielmo Marconi Premio Nobel 190 9 - 2009 (fino al 10 gennaio) che ricorda l’inventore bolognese e la formidabile impresa che lo portò a meritare quel premio.
Oltre a Palazzo d’Accursio, ci saranno isole espositive collaterali in Sala Borsa e nel cortile dello stesso palazzo comunale (ma anche al Museo del Patrimonio Industriale, a Pontecchio Marconi e all Museo Pelagalli. Obiettivo della mostra è restituire allo scienziato quella nobiltà che proprio il Premio Nobel - vinto a soli 35 anni - gli attribuì nel 1909. Tanto ammirato e osannato in vita quanto dimenticato o comunque trascurato nella seconda parte del Novecento, Marconi - ritornato alla pubblica attenzione a partire dal 1995 (centenario dei primi esperimenti di radiotelegrafia) - sta infatti risalendo i gradini della notorietà con la sola forza della sua invenzione: il wireless. Pannelli esplicativi, strumenti d’epoca, apparati interattivi, animazioni video, grafici multimediali immergono il visitatore nell’a tmosfera dei primi anni del XX secolo, per farlo poi riemergere nei primi anni del XXI.
Oltre alla mostra, lo spettacolo al Dehon di Guido Ferrarini e la proiezione, il 12 dicembre al Lumière, de Il pioniere del wireless di Enza Negroni con Giorgio Comaschi. Sempre sabato tutto il quadrilatero
sarà in festa per lo scienziato. Info: www.marconicentenarionobel.it.