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E la cava delle ere geologiche potrà diventare un parco
Notizia pubblicata il 05 agosto 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Un parco con le ere geologiche in bella mostra, con tanto di pista ciclabile, facilmente raggiungibile sia da Faenza che da Castel Bolognese.E’ quanto il Comune intende realizzare, in accordo con altri enti, nella cosiddetta cava Falcona.
Il sito dove nel corso degli anni sono stati scavati migliaia di metri cubi di ‘sabbiella’, ossia di ‘terra marzana’, è a Tebano. Ora è chiuso, e il Comune ha definito quello che dovrà essere il suo futuro, che ricalcherà un poco quanto già accaduto in via Salita di Oriolo, nei pressi di Oriolo dei Fichi, nell’ex cava Salita.
L’INTERVENTO di recupero dell’ormai cava Falcona, per la quale è in pubblicazione la variante al Piano delle attività estrattive per le eventuali osservazioni, riguarderà un’area di oltre dodici ettari. Si prevede la rinaturalizzazione dell’intera area ad ovest del sito, dove si notano emergenze geologiche di pregio e meritevoli di conservazione. Questa zona sarà di proprietà pubblica e sarà sottoposta a protezione integrale. La restante area potrà accogliere nuovamente attività agricole.
A GRANDI linee, il progetto di riqualificazione ambientale dovrà prevedere la realizzazione di un percorso ciclabile che dal parco fluviale di Biancanigo, a Castel Bolognese, si inoltrerà lungo l’argine del fiume Senio fino a Tebano, attraversando il Senio mediante una passerella in legno. La pista dovrà poi proseguire attraverso l’area dell’ex cava fino a raggiungere la strada provinciale che collega Tebano a Faenza. Tra le altre prescrizioni, il ripristino (anche per usi ricreativi) della storica sorgente sulfurea della Pucca. Per ottenere questi obiettivi, il Comune consentirà l’estrazione di eventuale inerte per un volume massimo di 60mila metri cubi.
DELLA riqualificazione ambientale beneficeranno anche professori e ricercatori universitari del settore geologico, che già ora visitano l’ex cava per studiare le varie stratificazioni evidenziate dalla pluriennale attività estrattive sulla parete che si nota anche dai tornanti più elevati della provinciale Tebano. Il progetto sarà dunque redatto dal Comune di Faenza, con la collaborazione di Provincia, Regione, concordando le soluzioni di recupero con l’Autorità di Bacino del Reno (competente in quanto l’area ricade nel bacino del fiume bolognese di cui il Senio è affluente) e il Servizio tecnico di Bacino Reno. La realizzazione, si legge nel Piano delle attività estrattive, sarà a cura della società proprietaria dell’area che dovrà accollarsi le spese. Si tratta della Ctf di Faenza.
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