Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Il mio piccolo principe ha imparato la musica

Notizia pubblicata il 30 giugno 2009



Categoria notizia : Spettacoli


IL CONCETTO di ferie le è completamente estraneo forse perché da quando ha scelto la Sabina e il borgo reatino di Collevecchio come suo buen retiro, il relax le è a portata di mano ogni giorno che vi si può rintanare.

«Anche se — eccepisce — assicuro che quando ho dovuto, l’altra settimana, organizzare la permanenza di trenta allievi per due giorni intensivi di yoga, di fatica ne ho fatta tanta». Sì, perché Catherine Spaak adesso non è più solo attrice, autrice, scrittrice e tante altre cose di spettacolo, ma anche imprenditrice turistica del relais “La Casa Infinita”, tre casali (uno dei quali suo privato) disseminati su due ettari di terreno al culmine di una collina, dove soggiornare liberamente oppure dedicarsi, appunto, a svariate attività come meditazione, rigenerazione posturale, danza, musica. Ma il richiamo del palco continua comunque a essere forte tanto da monopolizzarne l’attività artistica. Con un debutto importante stasera a Imola (cortile Rocca Sforzesca alle 21.15) e replica domani a Ferrara (Castello Estense, stessa ora). Si tratta della lettura musicata del Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry che la vedrà protagonista insieme all’affiatato ensemble con cui collabora da un triennio.
Com’è entrato il Piccolo Principe nella sua vita?
«Beh, è uno dei miei libri preferiti da quando sono bambina e spesso il pensiero è andato a come poterne fare altro rispetto a una semplice lettura privata. Poi tre anni fa è cominciata la mia collaborazione con il flautista Massimo Mercelli e il pianista Corrado De Bernart con cui riproporrò anche quest’anno la nostra prima esperienza comune, la Soirée parisienne (Cesena, 5 luglio, Chiostro di San Francesco, sempre all’interno dell’Emilia Romagna Festival) su testi di Baudelaire e Debussy e musiche dello stesso Debussy più Erik Satie, Jacques Ibert, Francis Poulenc. Ebbene, una sera parlando con loro venne fuori questo spunto di far comporre musiche sul testo di Saint-Exupéry. Dopo due anni il progetto è divenuto realtà».
Lei, tra l’altro, è anche l’autrice del testo teatrale...
«Che però è molto aderente all’originale. La parte poetica è rimasta intatta, così come i dialoghi, gli incontri con i vari personaggi. Ho agito solo sulle ripetizioni e sulle lungaggini che giocoforza un libro si può permettere mentre uno spettacolo di un’ora e un quarto no. Però chi ne custodisce i diritti ha ammesso che il testo così combinato non ha perso forza e slancio».
In più c’è il poker di autori musicali che hanno scritto per l’occasione: Luis Bacalov, Philip Glass, Krzysztof Penderecki, Maurizio Fabrizio...
«Loro sono stati soprattutto entusiasti del coinvolgimento per la buona causa cui è associato il progetto, la raccolta fondi a favore dell’onlus Save the Children cui sia io che mio figlio siamo legati da tempo».
Suo figlio Gabriele compare in effetti nelle vesti di produttore con la sua Mind & Art. L’affianca stabilmente?
«Sono diversi anni che mi segue, controllando i contratti eccetera. Ma produce anche altri lavori».
Questo come si presenta allo spettatore?
«In scena ci sono io e i quattro musicisti che mi accompagnano: Mercelli, De Bernart, Matteo Cremolini alla chitarra e Michele Chiapperino al violoncello. In più ci sarà la videoproiezione di alcuni disegni originali e finora inediti di Saint’Exupéry».
Tra quando era bambina e oggi, com’è cambiata la sua percezione della fiaba?
«Come tutte, anche questa presenta due piani di lettura e quello più profondo reca con sé insegnamenti filosofici e spirituali, contiene una parabola che ha a che vedere con l’intuizione, il sogno, l’anima, il rapporto con la spiritualità. La messinscena, che è molto semplice, gioca però significativamente con le luci, proprio per sottolineare quest’atmosfera».
A parte il testo teatrale, ci sono altre sue pagine pronte per la pubblicazione?
«Ho solo delle idee che devo mettere nero su bianco: lavorerò però quest’inverno perché adesso sto per portare in tournée nuovamente Vivien Leigh – L’ultima conferenza stampa, che dirigo e interpreto in un monologo che celebra, dopo Edith Piaf, un altro mostro sacro mostrandone le vicissitudini attraverso ipotetiche risposte a un’immaginaria conferenza stampa nata dalla penna di Marcy Lafferty».

foto by http://www.flickr.com/photos/elenatorre/